Promosso nei giorni scorsi capo redattore de l'Unità aveva 55 anni - Il cordoglio della Fnsi

Morto improvvisamente Toni Fontana

Toni Fontana

ROMA (Asca) – E’ morto il giornalista Toni Fontana, 55 anni, fino a pochi giorni fa capo del Servizio politico dell’Unità, che aveva lasciato perché promosso dall’Ufficio centrale, come capo redattore. E’ scomparso a Otranto dove si trovava per seguire un convegno sul Diritto Umanitario. Ne dà notizia in una nota lo stesso quotidiano.
“Dal cararattere schivo, giornalista serio, essenziale, rigoroso e coraggioso – scrive la direzione del quotidiano – ha sempre vissuto la professione come impegno civile, convinto come era che chi fa informazione abbia la responsabilità di operare per la pace. Lo testimoniano i suoi reportage dall’Africa, le inchieste sul mondo del volontariato e del terzo settore, dell’immigrazione e negli ultimi tempi quelle sul Nord Est, la sua terra”.
Toni Fontana era nato a Feltre in provincia di Belluno nel 1955. Professionista dal 1987, prima di arrivare nel 1989 alla redazione centrale dell’Unità, per molti anni ha lavorato a quella di Bologna. E’ stato tra gli inviati tenuti in ostaggio a Baghdad nel marzo 2003.
Profondo cordoglio è stato espresso dalla Federazione Nazionale della Stampa. “Con Toni Fontana – afferma la Fnsi – che troppo presto ha lasciato la sua famiglia, i colleghi dell’Unità, gli amici, se ne va un giornalista appassionato del mondo, del racconto dei suoi drammi e delle speranze di riscatto dei popoli e delle persone. Fontana ha tenacemente rappresentato al meglio un tipo di informazione sempre più rara, quella che si fa nei luoghi in cui le vicende accadono: l’Iraq, i Balcani, l’Africa. Per parlare delle guerre, ma anche per dar voce a chi si batte per la pace e per i diritti umani. E seguendo lo stesso filo professionale e civile ha scritto di immigrazione e dei rischi di razzismo nella società italiana. Per i colleghi – sottolinea la Fnsi – un costante punto di riferimento, nelle fasi difficili che ha attraversato a più riprese il suo giornale: un amico saggio e solido, al quale nelle assemblee in molti guardavano con fiducia e che per questo si era impegnato nel Comitato di Redazione. Anche il sindacato dei giornalisti perde un uomo prezioso”.

I commenti sono chiusi.