ROMA (Apcom) – Si intitolerà “Fritto”, oppure “VedRai”, dove la erre maiuscola è un gioco di parole con il nome della tv di Stato, il libro in cui Clemente J. Mimun ha messo i ricordi e segreti più scottanti della sua esperienza al Tg1.
Ad anticiparlo a “Sorrisi e Canzoni Tv”, in edicola oggi, è proprio l’attuale direttore del Tg5: “Sarà un racconto pane al pane e vino al vino, senza falsi pudori o inutili reticenze. Io non ho alcuna vendetta da consumare perché al Tg1 ho molto imparato, anche se ho del tutto ricambiato lavorando senza risparmio.
Poiché c’è moltissima faziosità nella cronaca televisiva sul Tg1, visto che alcuni (senza motivo) vengono dipinti, di volta in volta, come eroi, santi o martiri – spiega il giornalista – ho deciso di raccontare anche un punto di vista alternativo. Analizzando comportamenti, capacità professionali dimostrate, lealtà di anchor e colleghi, di cui si ha una immagine parziale e, secondo me, distorta”.
Tra i giornalisti chiamati in causa ci sono Lilli Gruber, descritta come “indubbiamente brava. Simpatica perché è una belva e non fa niente per nasconderlo”. Francesco Giorgino, invece, è dipinto come una persona incapace “di fare un gesto privo di calcolo. Uno che ha scritto un manuale di giornalismo e non ha messo in copertina una foto di McLuhan ma di se stesso”. Entrambi, contattati da “Sorrisi”, non hanno voluto replicare, al contrario di Giulio Borrelli che, descritto da Mimun come uno “messo alla direzione da Massimo D’Alema”, ha replicato così: “Mimun sputa veleni ed emette giudizi, proprio lui che proviene dalla scuderia di Arcore”.