Particolare attenzione al web per scongiurare monopolio e speculazioni

L’Agcom indaga sulla raccolta pubblicitaria

Corrado Calabrò

ROMA – Avviata dall’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), presieduta da Corrado Calabrò, un’indagine conoscitiva sul settore della raccolta pubblicitaria, sia sui mezzi tradizionali (televisione, radio, editoria quotidiana e periodica) che su quelli innovativi (internet in particolare).
L’indagine è volta ad approfondire gli effetti sulle dinamiche di mercato derivanti dai processi di evoluzione tecnologica e normativa e ad analizzare, nel dettaglio, le relazioni tra i diversi agenti economici. Intende, inoltre, approfondire l’andamento, le modificazioni intervenute e le eventuali criticità nella struttura concorrenziale di tutti i mercati della filiera pubblicitaria, comprensiva dell’intermediazione tra inserzionisti e concessionarie di pubblicità.

La decisione dell’Agcom è dettata dalle “profonde trasformazioni che stanno interessando il settore della raccolta pubblicitaria, indotte principalmente dallo sviluppo tecnologico delle piattaforme trasmissive, nonché dai processi di digitalizzazione dei contenuti, che, nel modificare le modalità di produzione, trasmissione, distribuzione e fruizione degli stessi da parte del consumatore finale, stanno gradualmente comportando rilevanti cambiamenti nelle modalità di vendita degli spazi pubblicitari e di intermediazione tra inserzionisti e concessionarie di pubblicità”.
L’Agcom considera, inoltre, gli sviluppi che stanno interessando in modo specifico il segmento della raccolta pubblicitaria on line, trainati non solo dalla capacità di internet di attrarre porzioni sempre maggiori della audience complessiva, ma anche dalla possibilità, offerta dalle nuove forme di pubblicità veicolate attraverso il web e dei relativi sistemi di reporting, di monitorare con sempre maggiore precisione l’efficacia del messaggio pubblicitario”. Un settore, quest’ultimo, che potrebbe creare situazioni di monopolio e transazioni economiche non trasparenti tali da alterare le dinamiche di mercato e pregiudicare l’efficienza dell’intero sistema pubblicitario.

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