Con 243 voti contro i 50 di Paolo Di Giannantonio. Giulietti confermato presidente

Raffaele Lorusso segretario generale Fnsi

Carlo Parisi prende in braccio Raffaele Lorusso all’anuncio della sua riconferma a sgretario generale della Fnsi

LEVICO TERME (Trento) – Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti sono stati riconfermati segretario generale e presidente della Federazione Nazionale della Stampa italiana. La rielezione è arrivata al termine dei lavori del XXVIII Congresso della Stampa italiana, che si è celebrato a Levico Terme dal 12 al 14 febbraio 2019, e della prima riunione del rinnovato Consiglio nazionale della Fnsi.
Lorusso è stato eletto al primo scrutinio con 243 voti su 308, mentre l’altro candidato Paolo Di Giannantonio ne ha raccolte 50.
Fra i punti cardine dell’impegno sindacale per il prossimo quadriennio indicati dal segretario generale: l’inclusione nel perimetro dei diritti, garanzie e tutele contrattuali dei giornalisti che lavorano senza poter contare sugli istituti economici e normativi assicurati dai contratti collettivi nazionali di lavoro; la difesa della dignità delle condizioni di lavoro, dentro e fuori dalle redazioni; il contrasto alle fake news, alle querele bavaglio, alle minacce ai cronisti.
Pugliese, 51 anni, giornalista del quotidiano “la Repubblica”, era stato eletto per la prima volta segretario generale al termine del Congresso di Chianciano del 2015.
Rinnovato anche il Consiglio nazionale della Stampa italiana che, riunitosi ieri, ha confermato al primo scrutinio anche Giuseppe Giulietti, 66 anni, presidente della Fnsi con 91 voti su 110 votanti dei 116 consiglieri nazionali.
Iscritto all’Ordine dei giornalisti del Veneto dal 1982, Giulietti è stato vicesegretario nazionale della Fnsi, segretario dell’Usigrai, parlamentare, portavoce dell’associazione Articolo21. Era stato eletto presidente nel dicembre 2015, dopo la prematura scomparsa di Santo Della Volpe.
“Continuiamo a lavorare insieme – ha dichiarato Giulietti – contro tagli e bavagli. Sempre più dalla parte dei cronisti e delle comunità minacciate da mafie e malaffare”.
«Serve un confronto serio, aperto, anche acceso, col governo sul lavoro, purché non sia una passerella che intenda delegittimare gli interlocutori. Faremo fronte comune con le altre forze sindacali per portare al centro il lavoro nel Paese», hanno affermato Lorusso e Giulietti all’indomani del Congresso.
«Le difficoltà di questo settore – ha aggiunto Lorusso – non possono essere affrontate solo dagli attori del sistema, che certo devono fare più investimenti non solo sui prodotti, ma anche sul lavoro, visto che ormai la precarietà è diventata un tratto distintivo. Per salvare il settore, in grandissima difficoltà non solo in Italia, serve un intervento pubblico mirato, com’è stato per altri ambiti centrali. La politica e il governo devono farsi carico della questione, perché l’informazione è cruciale nella democrazia, come ha sottolineato più volte il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella».
Anche il presidente Giulietti evidenzia la necessità di interventi normativi a sostegno del settore e in difesa della libertà di informazione. Puntando i riflettori sul fenomeno delle “querele bavaglio”, «serve – ha ribadito – una grande campagna nazionale contro tale intollerabile pratica e che vengano subito calendarizzati leggi e progetti per contrastarle. Chi promuove un’azione di questo tipo dovrebbe avere a priori la prospettiva che, se perderà, dovrà versare una cifra consistente in un fondo per i precari».
«È stato un onore – hanno concluso – aver avuto ospiti del Congresso i familiari di Antonio Megalizzi». (giornalistitalia.it)

 

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