La Corte di Cassazione conferma il verdetto sul Caso Mediaset per frode fiscale. La notizia fa il giro del mondo

Silvio Berlusconi condannato a 4 anni di reclusione

Silvio Berlusconi

ROMA – Dopo ore di febbrile attesa, il verdetto della Cassazione sul caso Mediaset è infine arrivato: confermata la condanna a 4 anni di reclusione – 3 coperti da indulto – per frode fiscale Silvio Berlusconi.
La condanna del leader del Pdl diventa così irrevocabile, come quelle inflitte ai suoi coimputati: il produttore cinematografico Frank Agrama (condannato a 3 anni) e gli ex manager di Mediaset, Gabriella Galetto (1 anno e 2 mesi) e Daniele Lorenzano (3 anni e 8 mesi).
Annullamento con rinvio, invece, limitatamente alla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, fissata in 5 anni dai giudici del merito.
 Questa la decisione della sezione feriale penale della Cassazione, che ha disposto un nuovo processo d’appello su questo punto. (Agi)
Dopo la lettura della sentenza, a Palazzo Grazioli è arrivato tutto lo stato maggiore del Pdl. La conferma della condanna di Berlusconi è la breaking news di tutti i media mondiali: dalla Bbc a Skynews, ai francesi Le Monde e Le Figaro, la notizia apre i siti dei maggiori quotidiani e tv internazionali. La Cassazione ha rigettato i ricorsi di Daniele Lorenzano, Gabriella Galetto e Frank Agrama, coimputati di Berlusconi nel processo Mediaset.
“La strada maestra da seguire è sempre stata quella della fiducia e del rispetto verso la magistratura, che è chiamata a indagare e giudicare in piena autonomia e indipendenza alla luce di principi costituzionali e secondo le procedure di legge”. Lo afferma Giorgio Napolitano in una nota diffusa dal Quirinale che così prosegue: “In questa occasione, attorno al processo in Cassazione per il caso Mediaset e all’attesa della sentenza, il clima è stato più rispettoso e disteso che in occasione di altri procedimenti in cui era coinvolto l’on. Berlusconi. E penso che ciò sia stato positivo per tutti. Ritengo ed auspico che possano ora aprirsi condizioni più favorevoli per l’esame, in Parlamento, di quei problemi relativi all’amministrazione della giustizia, già efficacemente prospettati nella relazione del gruppo di lavoro da me istituito il 30 marzo scorso. Per uscire dalla crisi in cui si trova e per darsi una nuova prospettiva di sviluppo, il paese ha bisogno di ritrovare serenità e coesione su temi istituzionali di cruciale importanza che lo hanno visto per troppi anni aspramente diviso e impotente a riformarsi”, conclude.
Palazzo Chigi, al momento, non intende commentare la sentenza della Cassazione sul processo Mediaset. Fonti di governo si limitano a ricordare quanto detto dal premier Enrico Letta in questi ultimi giorni: le sentenze non si commentano e “le vicende giudiziarie vanno tenute separate da quelle politiche”. Ma anche che “nessun terremoto è in vista e l’Italia è stabile”. In sostanza, si spiega, “la linea non cambia”.
“La sentenza va rispettata, eseguita e applicata”. Sono le prime parole del segretario del Pd, Guglielmo Epifani, a commento della decisione della Cassazione sul processo Mediaset.
“Il Pd, per il rispetto che si deve alla separazione dei poteri, chiede a tutte le forze politiche, e al Pdl in particolare di esprimere comportamenti rispettosi delle funzioni e dei poteri della Cassazione e di non usare forzature istituzionali, a seguito di una sentenza che muove dall’accertamento dei fatti e non da pregiudizi”. Lo dice il segretario del Pd, Guglielmo Epifani.
“Berlusconi è morto. Viva Berlusconi! La sua condanna è come la caduta del Muro di Berlino nel 1989”. Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo subito dopo la sentenza della Cassazione.
“Sentenza vile e cazzona”. Il direttore de Il Foglio, Giuliano Ferrara, commenta così su Twitter e sul sito del quotidiano la decisione della Cassazione sul processo Mediaset.
 “Io credo che sia necessario a fronte di questa condanna trarre delle conseguenze: non è possibile immaginare che il Partito Democratico permanga nella condizione di alleato del partito di Silvio Berlusconi”. Lo ha detto il leader di Sel e presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. “Non è possibile immaginare – ha aggiunto – che Silvio Berlusconi rimanga al centro della scena politica. Credo che grandi cambiamenti siano necessari per dare una risposta alla crisi morale del paese”. (Ansa)

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