Dopo il pronunciamento della giunta delle immunità al Senato (11 sì e 10 no), annullato il provvedimento per la Gazzulli

Il Tribunale del Riesame conferma i domiciliari a De Gregorio

Il senatore del Pdl Sergio De Gregorio

Patrizia Gazzulli

NAPOLI – Il tribunale del riesame di Napoli ha respinto la richiesta di revoca dell’ordinanza di custodia agli arresti domiciliari nei confronti del senatore Sergio De Gregorio (Pdl), indagato nell’inchiesta del faccendiere Valter Lavitola, arrestato nell’ambito dell’inchiesta della procura di Napoli sulla gestione irregolare dei contributi per l’editoria destinati al quotidiano l’Avanti. Annullato il provvedimento restrittivo, ai domiciliari, per la giornalista Patrizia Gazzulli, collaboratrice di De Gregorio.
Ieri l’altro si era pronunciata la giunta delle immunità del Senato con 11 sì e 10 no alla richiesta di arresti domiciliari avanzata dai Pm. A favore hanno votato Pd, Idv e Lega, contro, il Pdl, mentre il Terzo Polo era assente (quando si è votato, il capogruppo Udc, Gianpiero D’Alia, non era presente in giunta).
Sì unanime, invece, alla perquisizione dei container intestati al senatore e fermi al porto di Napoli. “Una decisione”, quella della Giunta, “controversa, ma doverosa e appropriata”, ha affermato il presidente Marco Follini su Twitter.
Ora la palla passa all’aula del Senato cui spetta l’ultima parola. Il senatore si era difeso in giunta il 23 aprile scorso in una seduta notturna durante la quale aveva parlato di “fumus persecutionis” nei suoi confronti. Aveva anche riferito ai giornalisti di essersi messo a disposizione della magistratura per i “necessari chiarimenti”, offrendo anche le chiavi dei container per la perquisizione. Ma i magistrati si sarebbero “rifiutati di riceverle perché le garanzie poste in capo di deputati e senatori non sono rinunciabili”.
“Ho sempre avuto fiducia nella magistratura – aveva affermato De Gregorio – ma sulla serenità dei giudici, in questo caso, ho dei dubbi perché siamo di fronte al nulla indiziario”. Nell’ordinanza di custodia cautelare per De Gregorio, inviata al Senato il 16 aprile scorso, si contesta il reato di associazione per delinquere legata ai fondi per l’editoria. Risale al 2005 la discesa in campo di De Gregorio.
Prima prova alle regionali in Campania con Gianfranco Rotondi che aveva fondato la Democrazia Cristiana per l’autonomia (Dca); quindi nel 2006 grazie ad Antonio Di Pietro entra in Senato con l’Idv che sosteneva il centrosinistra di Prodi.
Ma dura poco e l’esigua maggioranza di Prodi al Senato cede alla prima spallata. Viene eletto alla presidenza della Commissione Difesa con i voti del centrodestra. Quindi completa il ribaltone lasciando l’Idv e candidandosi con il Pdl nelle elezioni del 2008: eletto al Senato vota la fiducia al governo Berlusconi.
In tanti parlano di soldi elargiti da Forza Italia per la “conversione” del senatore. Cresce l’attenzione della giustizia: a giugno 2007 è indagato dalla Procura antimafia di Napoli per i reati di riciclaggio e favoreggiamento della camorra. Nell’aprile 2008 è iscritto nel registro degli indagati della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria per concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al riciclaggio. Ma il gip di Reggio Calabria archivia la vicenda. Si arriva così ad oggi: De Gregorio è indagato per truffa e false fatturazioni nell’ambito dell’inchiesta sui finanziamenti al quotidiano l’Avanti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *