Il presidente Corrado Calabrò assicura: “Il nostro compito è quello di applicare le leggi vigenti”

L’Agcom attende la definizione dei propri poteri

Corrado Calabrò

Il Senato della Repubblica

ROMA – L’Agcom attende la norma predisposta dalla presidenza del Consiglio che definisce meglio i poteri dell’autorità. Lo ha annunciato il presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò, nel corso di un’audizione di fronte alle commissioni VII e VIII del Senato.
“Il nostro compito – ha spiegato Calabrò – è quello di applicare le leggi vigenti. Ci rafforza in tale convincimento la norma di legge predisposta dalla presidenza del Consiglio che ribadisce la legittimazione dell’Agcom e ne definisce meglio la competenza e i poteri nella materia del diritto d’autore.
Attenderemo che tale norma veda la luce prima di adottare il regolamento predisposto. Nel segno della legge e con una sensibile e non banale apertura mentale, come sempre”.
“L’occasione offerta oggi – ha spiegato Calabrò – è, dunque, quella di un ulteriore meditato confronto con l’Istituzione parlamentare che ha competenza legislativa in materia, per condividere un altro tratto del processo di adeguamento della disciplina del diritto d’autore alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Un processo in divenire, difficile, sfaccettato, ma necessario; che va affrontato, e non solo teorizzato, nei limiti delle prerogative di ciascuna Istituzione, ma anche in osservanza dei compiti assegnati dalla legge”.
Il fenomeno della pirateria, ha proseguito il presidente dell’Agcom, “rischia di danneggiare gravemente il settore delle attività creative e quello delle tecnologie della comunicazione proprio nel momento in cui il digitale offre nuove potenzialità”.
“Gli orientamenti dell’Europa, e la proposta in elaborazione presso l’Agcom – ha osservato infine Calabrò – possono rappresentare a tal riguardo un fertile laboratorio d’incubazione di prassi regolamentari che, correggendo il tiro, ad esempio, rispetto alle invasive iniziative di alcuni Stati, affrontino il problema di interrompere le attività illegittime online senza adottare, però, misure sproporzionate e intrusive”. (Agi)

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