ROMA – La vertenza di Liberazione giunge alla stretta finale. Questa mattina si terrà, infatti, in viale del Policlinico presso la sede del quotidiano di Rifondazione comunista, un tavolo di confronto unitario con i segretari nazionali di Slc-Cgil e Fnsi Massimo Cestaro e Franco Siddi, chiamato a deciderne il destino.
In vista di questo cruciale appuntamento un appello di sindacalisti, intellettuali e personalità della cultura e dello spettacolo chiede al governo un intervento immediato e all’editore la riapertura del giornale online e una trattativa vera.
Tanti gli aderenti all’iniziativa di sostegno della vertenza che vede da oltre un mese giornalisti e poligrafici occupare la redazione del giornale: dal regista Ken Loach ai Cdr di “City”, “Terra”, “Manifesto” e “Unità”, altri giornali a rischio chiusura; dalla famiglia dello storico ex direttore Curzi a giornalisti, personaggi dello spettacolo, scrittori e politici tra i quali Gianni Minà, Lucio Manisco, Luciana Castellina, Rossana Rossanda, Dario Fo, Franca Rame, Paolo Rossi, Susanna Camusso, Maurizio Landini, Gad Lerner, Ennio Remondino, Enrico Ghezzi, Giuseppe Giulietti, Vincenzo Vita, Massimo Carlotto, Federica Sciarelli, Mario Tozzi, Antonello Venditti, Roberto Natale, Francesco Carofiglio, Pappi Corsicato, Andrea Purgatori, Alessandro D’Alatri, Simone Cristicchi, Darwin Pastorin, Paolo Serventi Longhi e molti altri ancora.
Al Governo, l’appello ribadisce che “il mancato rifinanziamento del Fondo per l’editoria e il ritardo nella fissazione di criteri rigorosi e chiari di erogazione del contributo pubblico si stanno trasformando in una vivisezione di giornali, di cui ‘Liberazione’ è un primo tragico test”.
All’editore di “Liberazione”, il partito della Rifondazione comunista, si chiede di sottrarsi al gioco al massacro: “Se non è possibile rimandare subito nelle edicole una forma anche ridotta all’osso, ma giornalisticamente ficcante, di giornale cartaceo – si legge nel testo – almeno il giornale in Pdf e il sito internet devono tornare in attività, per restituire a lettori e lettrici, al dibattito pubblico e ai movimenti che si battono contro la crisi degli speculatori e per l’informazione libera una voce sottile ma tenace e indispensabile”. (Asca)