Fischi e insulti davanti al Teatro Valle, ma il giornalista replica: “Sono io a dargli la paghetta con i miei libri”

Contestato Bruno Vespa: “Venduto a Berlusconi”

ROMA – Il giornalista Bruno Vespa è stato duramente contestato, ieri sera a Roma, davanti al Teatro Valle. Insulti, fischi e cori di protesta si sono levati da un gruppo di persone che hanno contestato al conduttore di “Porta a Porta” di essere un “venduto”, rammentandogli che “la Rai è servizio pubblico”.
Un filmato, di scarsa qualità, che ritrae gli ultimi momenti della contestazione, è presente su Youtube. “Il video – ha spiegato Bruno Vespa – mostra soltanto gli ultimi secondi, quando io mi sono allontanato. In realtà, passando davanti al Teatro Valle insieme a mia moglie sono stato insultato alle spalle. Sono tornato indietro per affrontare chi mi insolentiva chiedendone le ragioni e dicendomi pronto a una franca discussione. Non è stato possibile e per almeno un quarto d’ora sono stato violentemente insultato da almeno una trentina di persone che urlavano come ossessi. Ci sono testimoni che possono confermarlo”.
Rispetto alle accuse di “essere venduto a Berlusconi”, Bruno Vespa sostiene di aver “chiarito che non gli devo niente, anzi che sono io che, ogni anno, gli dò una discreta paghetta con i miei libri come editore di Mondadori. Quando ho dovuto allontanarmi – ha detto ancora il giornalista – perché alcuni ospiti ci aspettavano ormai da tempo in un ristorante vicino, mia moglie si è fermata altri venti minuti affrontando gli occupanti del Valle e alla fine, quando tutti se ne erano andati, ha dato agli ultimi il suo biglietto da visita del ministero della Giustizia invitandoli a chiamarla quando avessero voluto fare un dibattito”.

Un commento:

  1. Mimmo Falco (Giunta Esecutiva Fnsi)

    Caro Direttore, mi sarei aspettato che a Bruno Vespa giungessero espressioni di solidarietà e di stima professionale da parte dei vertici nazionali della Fnsi e dell’Ordine dei giornalisti. Ma così non è stato. La libertà di stampa e di espressione sono sacrosante e non possono essere “a senso unico”.
    Ho atteso qualche giorno, per poi scriverti per significarti e che sento il dovere morale oltre che istituzionale, di manifestare la mia personale ed incondizionata solidarietà a Bruno Vespa: non si deve insultare e minacciare un giornalista per le sue idee, la libertà non ha colore, né è proprietà assoluta di una sola parte. La libertà è un bene di tutti.

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