La pubblicazione dei documenti segreti rischia di creare gravi imbarazzi con gli alleati degli Usa

Wikileaks toglie il sonno al Pentagono

WASHINGTON – Massima allerta per la diplomazia Usa in vista della pubblicazione da parte di Wikileaks di altri tre milioni di documenti, che rischiano di creare gravi imbarazzi con gli alleati. Il Pentagono prevede che tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima il sito fondato da Julian Assange diffonderà file riservati con accuse di corruzione nei confronti di diversi capi di Stato e di governo e ministri di Paesi amici degli Stati Uniti.
I documenti fanno parte dei rapporti riservati che i diplomatici americani inviano periodicamente a Washington da tutto il mondo. Non ha nascosto preoccupazione il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Philip Crowley: “Quelle rivelazioni creeranno tensioni nelle relazioni con i nostri diplomatici e i nostri amici nel mondo”. “Ci stiamo preparando per lo scenario peggiore”, ha commentato Crowley ipotizzando che i documenti possano “toccare un’ampia gamma di questioni e di Paesi”.
Il portavoce del Dipartimento di Stato ha confermato che Wikileaks è in possesso di cablogrammi riservati: “Siamo in contatto con le nostre sedi nel mondo, che hanno cominciato a informare i governi sulla possibile diffusione di quei documenti”. Il portavoce ha aggiunto che le comunicazioni in possesso del sito di Assange “comprendono discussioni che abbiamo avuto con funzionari del governo e privati cittadini”. La diffusione dei file, secondo il portavoce del Pentagono, colonnello Dave Lapan, potrebbe avvenire “alla fine di questa settimana o all’inizio della prossima”.
Lapan ha inoltre riferito che in alcuni cablogrammi si discute di questioni che riguardano anche il ministero della Difesa Usa. Secondo alcune fonti, il contenuto di quei file rischia di causare incidenti diplomatici soprattutto tra l’amministrazione di Barack Obama e i governi di Russia, Afghanistan e di molte delle ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale. Altri elementi imbarazzanti sarebbero contenuti nei rapporti dei diplomatici Usa da paesi asiatici ed europei. Come già fece con i documenti riservati sulla guerra in Iraq e il conflitto afghano, il sito fondato da Assange – inseguito da un mandato di cattura per stupro in Svezia – avrebbe già fornito i documenti alle stesse tre testate: il New York Times, il britannico Guardian e il tedesco Der Spiegel. A questi si sarebbero aggiunti lo spagnolo El Pais e il francese Le Monde.

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