E’ una storia tutto sommato breve quella del sindacato calabrese. Comincia poco meno di quarant’anni fa ad opera di un gruppo di pionieri animato da grandi ambizioni; e tuttavia povero di mezzi e di programmi. Si viveva nella precarietà, in una delle sale al piano terra del Palazzo delle Poste, sempre esposti al rischio di sfratto da parte di un padrone di casa quanto mai occhiuto che contestava tutto, dall’uso della sala e del telefono a quello dell’energia elettrica.
Quanto al resto, numeri avari. Nel giro di qualche decennio le iscrizioni al sindacato si sono più che triplicate, la sede di Via Biagio Camagna è oggi dotata di idonei mezzi e personale. Un collegio di difesa, affidato a valenti avvocati, assicura ai tanti che hanno qualche ragione da far valere la più larga assistenza. Ed ora c’è il giornale. Un giornale quotidiano che si lascia leggere volentieri da quei giornalisti, praticamente tutti o quasi, che hanno qualche dimestichezza con internet.
Tutto qui? Nossignori. In terra di ‘ndrangheta si prospettano per gli operatori dell’informazione difficoltà aggiuntive alle quali, come persone e come categoria, occorre dare la giusta risposta. Giusta, abbiamo detto. E dunque non suggerita da eccessi di emotività. Da qui, interventi tempestivi e ragionati presso il vice capo della Polizia di Stato (Siddi, Parisi) e presso l’autorità prefettizia locale (Parisi). Una presenza significativa e rassicurante, un impegno forte.
Le intercettazioni. Se ne è parlato, da parte di Parisi e poi di Siddi, in modo appropriato, senza gli eccessi verbali (e non solo verbali) che rendono aspro ma sospetto al tempo stesso il prodigarsi di taluni settori della politica contro il progetto governativo. Le posizioni del segretario della FNSI e quelle del segretario del sindacato calabrese sono note. La regolamentazione della materia voluta dal Governo pone problemi seri ai fini dell’esercizio della professione. Non a caso, sulle posizioni della Federazione della stampa, si ritrova la grande maggioranza dei giornalisti italiani: da Feltri e Mauro.
Di diverso c’è, rispetto ai rumorosi contestatori di piazza, che il sindacalismo più avveduto e responsabile, si batte a sostegno delle sue ragioni senza mai aggredire coloro – pochi o molti che siano – che la pensano diversamente: alla Piero Ostellino, per essere più chiari. Insomma, nessuno pensi di iscrivere costoro tra i fiancheggiatori del malaffare, della criminalità comune e di quella dei colletti bianchi. Sono cittadini rispettabili che hanno le loro idee.
Per finire, Carlo Parisi ha consegnato a Franco Siddi una splendida targa che dice tutto: sull’uomo, sul suo impegno in favore della categoria, sul suo rapporto fecondo con la Calabria.
C’è stato spazio anche per un riconoscimento nei riguardi di chi scrive. Non è elegante parlarne. Vale per tutti l’ammonimento di Nicoletta Giorgetti: “I giornalisti sono tenuti a rendersi testimoni, mai protagonisti dei fatti che raccontano”. Se ci è concesso, un accenno alla grafica e alla programmazione del sito. Un grandissimo risultato, un meritato successo.