ROMA – E’ il tempo che tutti siano davvero “attenti e sensibili” alle problematiche di “un momento davvero difficile per i giornali e i giornalisti”. Le parole dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, riconoscono ancora una volta la funzione dell’informazione e dei suoi attori nella costruzione dello spirito critico e della tensione civile che deve animare la vita pubblica.
La partecipazione sincera e solidale per l’attesa di buone notizie e di un ritorno a casa di Domenico Quirico, scomparso in Siria da cento giorni, quelle poche ma nitide parole per i problemi del settore, che richiedono sensibilità e attenzione, sono espressioni di dignità, di conforto e di fiducia.
Nel Paese tutto in difficoltà, chi ha responsabilità è chiamato a elevare lo sguardo e la qualità degli sforzi in qualsiasi campo.
Il monito alla stampa per una attività di rappresentazione puntuale e responsabile della vita del Paese deve fare continuamente i conti con una realtà di fatti e, sempre più spesso, di parole, alterati da patologie che hanno colpito il mondo della politica.
Certamente il ritorno ad una professione e ad una testimonianza elevata della politica – se ci sarà come è necessario – farà bene all’Italia e anche a tutto il sistema dell’informazione che, così, non dovrebbe più, come spesso di questi tempi, dar conto dello sciocchezzaio parolaio (e altro) che investe molti strati del ceto politico. Questa realtà la stampa non può nasconderla. Certamente ad essa è chiesto di farlo sempre con sapienza critica.