
Queste decisioni si sono rese necessarie per rispondere al gesto senza precedenti e intollerabile dell’Azienda che, nonostante i ripetuti appelli e la contrarietà del Cdr, ha dato corso alla decisione unilaterale di non voler più onorare l’attuale Accordo Integrativo, liberamente sottoscritto dalle Parti e tuttora vigente.
L’Assemblea ribadisce che il mancato rispetto dell’Accordo sottoscritto è inaccettabile e chiede che le somme previste dall’integrativo siano regolarmente erogate a tutti gli aventi diritto, e nella misura prevista dall’accordo stesso, ripristinando la legalità della situazione entro il 9 giugno.
In caso di mancata ottemperanza entro questa data, sarà avviata un’azione legale. Si tratta di un Accordo dal peso economico assai contenuto che va a integrare stipendi che, al netto degli scatti di anzianità, sono per la stragrande maggioranza dei giornalisti dell’Agenzia al minimo tabellare previsto dal Contratto nazionale. Peraltro, per decisione unilaterale dell’Azienda e in maniera del tutto arbitraria, da anni gli effetti dell’Accordo Integrativo non vengono applicati uniformemente a tutti i giornalisti impegnati nell’Agenzia e che ne avrebbero diritto.
L’Azienda, senza fornire finora cifre certe e, soprattutto, un’indicazione coerente e ufficiale di come e dove i risparmi verrebbero investiti, non è stata ancora in grado di formulare una controproposta, che pure si era impegnata a produrre e che il Cdr si è sempre mostrato disposto a valutare e discutere nel merito. L’Azienda da mesi si limita ad annunciare piani di investimenti e nuovi prodotti senza aver finora fornito esempi concreti e tangibili di una volontà di rilancio che, nel Cinquantenario della testata, mantenga all’Adnkronos il ruolo di centralità che le spetta nel panorama informativo italiano.
Da oggi tutte le disposizioni previste dal Contratto in riferimento alle mansioni, l’ordine gerarchico e l’organizzazione del lavoro saranno applicate alla lettera. Inoltre, sempre da oggi, tutte le spettanze e gli istituti dovuti dal Contratto nazionale, e non ancora erogati o negati, dovranno essere corrisposti nelle modalità e nei tempi previsti dal contratto.
Tra le iniziative di protesta previste dallo stato di agitazione, i giornalisti dell’Adnkronos ritirano le loro sigle e firme. Il documento è stato votato a larghissima maggioranza.
I giornalisti di Adnkronos si scusano con gli abbonati, gli utenti e il pubblico per gli effetti che la protesta avrà sulla produzione giornalistica dell’Agenzia. (Adnkronos)