Lo denuncia in un video lo stesso Fabrizio Gatti: il vicepresidente di Confindustria Monza “l’ha anche minacciato di morte”

Cronista de L’Espresso sequestrato da Confindustria

Fabrizio Gatti

Mario Barzaghi

MILANO – Il giornalista dell’Espresso Fabrizio Gatti, in un video pubblicato sul sito del settimanale, denuncia di essere stato sequestrato nell’ufficio del vicepresidente di Confindustria della provincia di Monza e Brianza Mario Barzaghi, per avergli posto domande sui suoi presunti rapporti con una società facente affari con i Casalesi.
“Il vicepresidente di Confindustria Monza e Brianza – riassume il settimanale sul sito – dal 2010 al 2012 è stato in affari con una società, la Simec srl, sequestrata su richiesta della Procura antimafia di Napoli perché riconducibile a famosi prestanome dei clan della camorra. Quando l’inviato dell’ Espresso Fabrizio Gatti ha fatto domande sugli affari con la Simec, il vicepresidente di Confindustria Monza ha sequestrato il giornalista per un’ora e l’ha minacciato di morte”. (Ansa)

Un commento:

  1. Ufficio Stampa Effebiquattro

    Sorprende come un giornalista serio come Fabrizio Gatti costruisca una storia senza una consistenza oggettiva, basata su un teorema che definire stiracchiato è poco. Se prescindiamo dal suo teorema, nei documenti di Gatti non c’è nulla che non solo accusi, ma nemmeno suggerisca da parte di Mario Barzaghi nulla che non sia onesto e corretto, come è peraltro la storia della sua lunga vita.
    La realtà è molto più semplice delle fantasiose teorie costruite nell’articolo.
    La società +Energy (capitale sociale 10 mila Euro) ha acquistato nel 2010 due container di pannelli solari. A Barzaghi viene chiesto di partecipare a questa piccola impresa in un momento di crescita del mercato dell’energia solare. E’ normale che dal tessuto di relazioni territoriali possano nascere anche rapporti di business.
    +Energy non è una società abilitata a installare impianti, aveva solo comprato i pannelli per rivenderli. C’era quindi bisogno di chi faceva il servizio. Furono contattate diverse società di servizi e tra queste c’è anche la Simec.
    Come poteva Barzaghi ipotizzare che la Simec fosse oggetto d’indagini in Campania, in quanto una persona di cui nemmeno sapeva l’esistenza, che non ha mai visto e conosciuto, era sospettata di essere un criminale? Come poteva? Dell’indagine si è avuta conoscenza solo pochi mesi fa. Ma Barzaghi nemmeno l’ha saputo, perché con la Simec da mesi non aveva più rapporti. Lo ha saputo dal giornalista.
    Dopo cinquant’anni di lavoro rispettato da tutti si è sentito accusare di essere amico di criminali durante il tranello di una registrazione video fatta proprio per cogliere la sua reazione davanti a questa rivelazione. Non può sfuggire a nessuno che Gatti aveva proprio lo scopo di cogliere di sorpresa Barzaghi per registrare le sue reazioni. Se n’è approfittato.
    E quelle di Barzaghi sono con ogni evidenza le reazioni di un uomo offeso e indignato. Gatti dice poi una cosa del tutto falsa e che non può sostenere perché non è vera. Parlando della Simec dice “Ma due persone che contano in Brianza sanno cosa si nasconde oltre quella piccola società”.
    Nell’articolo non dice come può affermare questo. Non lo dice perché è palesemente falso. Anzi. E’ talmente consapevole che è falso che ha portato una telecamera per registrare la reazione di Barzaghi di fronte alla sua rivelazione.
    Non si può poi accettare il commento e la ricostruzione della sceneggiata video che Gatti ha messo in piedi cogliendo la buona fede di un uomo di settant’anni che nel corso di un’intervista apparentemente come tante altre si sente vigliaccamente accusare di essere in affari con la camorra. La reazione è stata scomposta, vero, ma se capitasse a voi? Il giovane Gatti si è sentito minacciato dall’anziano Barzaghi? Addirittura parla di sequestro. Se si sentisse tutto l’originale di quanto accaduto si sentirebbe Barzaghi dirgli, “lei di qua non esce” poi c’è il taglio operato dal giornalista ma la frase proseguiva “fino a quando non arrivano i carabinieri”.
    E’ la reazione di un uomo indignato che chiede giustizia contro chi con l’inganno si è infilato nel suo ufficio e lo ha accusato di essere disonesto. Ha chiamato i carabinieri, che poteva fare. Altro che sequestro. I numerosi impiegati accorsi possono raccontare cosa è successo, con Gatti che gridava al telefono a beneficio della sua redazione “non mi tocchi” all’indirizzo della signora Giovanna che lo guardava incredula.
    Per collegare poi tutto questo al PGT ci vuole parecchia fantasia e i fatti documentano esattamente il contrario di quello che Gatti afferma. Barzaghi quando uscì la bozza di PGT, convocò una conferenza stampa per ribadire che non voleva lasciare l’area in cui si trova l’azienda.
    Quindi Barzaghi era contro la variante e lo disse pubblicamente. Ci sono gli articoli di tutta la stampa locale di quel giorno a dimostrarlo. Esattamente il contrario quindi di quello che si dice nell’articolo. (L’Ufficio Stampa)

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