
Papa Francesco

Il primo incontro tra il Papa e i giornalisti
ROMA – Papa Francesco “ha espresso la volontà che i Capi e i Membri dei Dicasteri della Curia Romana, come pure i Segretari, nonché il Presidente della Pontificia Commissione dello Stato della Città del Vaticano, proseguano, provvisoriamente, nei rispettivi incarichi ‘donec aliter provideatur’”. Così un comunicato della Santa Sede.
“Il Santo Padre desidera, infatti, riservarsi un certo tempo per la riflessione, la preghiera e il dialogo, prima di qualunque nomina o conferma definitiva”, dice ancora il comunicato. La formula “donec aliter provideatur” (finché non si provveda altrimenti) indica la provvisorietà delle conferme, com’è prassi quando si insedia un nuovo Pontefice.
La conferma provvisoria, con la formula “donec aliter provideatur”, decisa da papa Francesco per i capi dicastero della Curia romana riguarda anche il segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone. “La Segreteria di Stato è considerato il primo dei dicasteri”, spiega Lombardi.
Spontaneità da parte del Papa. Calore, curiosità e simpatia da parte dei rappresentanti dei media internazionali e della struttura informativa della Santa Sede. Si è mosso su questi binari, nell’aula Paolo VI in Vaticano, il primo incontro di papa Francesco con la stampa.
Il nuovo pontefice ha confermato lo stile di essenzialità già evidente nei primi giorni di pontificato. Accolto da un applauso prolungato, – dopo il saluto plurilingue rivoltogli da mons. Claudio Maria Celli – si è seduto sotto alla Resurrezione di Pericle Fazzini e, foglietti alla mano, ma inserendo osservazioni a braccio, ha prima di tutto ringraziato per il “duro lavoro” dei giornalisti in questo periodo. Nelle prime file lo ascoltavano rappresentanti dei media internazionali e italiani, esponenti del sindacato e dell’ordine dei giornalisti.
Molto nutrito lo staff dei comunicatori vaticani, da padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana e della Radiovaticana, a Don Dario Viganò, direttore del Centro televisivo vaticano, a a mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali, con sottosegretario Angelo Scelzo, al direttore e al vicedirettore dell’Osservatore romano, Giovanni Maria Vian e Carlo Di Cicco.
Papa Francesco, nel suo discorso ha raccontato anche episodi del conclave che lo ha eletto: dalla vicinanza del cardinale Claudio Hummes, che lo ha abbracciato al raggiungimento del quorum e gli ha chiesto di non dimenticarsi dei poveri, ai suggerimenti scherzosi sul nome: “Chiamati Adriano, sarai riformatore, no, chiamati Clemente XV, così ti vendichi di Clemente XIV che sciolse la Compagnia di Gesù”.
Dopo il discorso, sono stati ammessi a salutare il Papa un nutrito gruppo dello staff comunicativo vaticano e un gruppo di giornalisti di testate internazionali accreditati in Vaticano. Ognuno ha stretto la mano al Papa e scambiato qualche battuta con lui. Salvatore Mazza, presidente dell’Aigav, la associazione internazionale dei vaticanisti, lo ha salutato a nome di tutti questi e gli ha detto che i giornalisti seguiranno giorno per giorno la sua attività e sperano di farlo al meglio. Hiroshi Miyahira, vaticanista giapponese accreditato da 40 anni gli ha chiesto se ha intenzione di visitare il Giappone, e papa Francesco ha ricordato che già conosce quel Paese. Iacopo Scaramuzzi di TmNews gli ha detto di aver apprezzato le tre parole che il Papa ha sottolineato nel suo discorso di oggi: “verità, bellezza, bontà”, e papa Francesco gli ha raccomandato di considerarle sempre “tutte e tre insieme”.
Tra gli ammessi al baciamano anche Giovanna Chirri, la cronista dell’Ansa che ha dato per prima la notizia della rinuncia al pontificato di Benedetto XVI. Giovanna ha stretto le mani al Papa e gli ha detto “sono davvero contenta che lei sia il nostro Papa”, e papa Francesco l’ha ringraziata sorridendo e stringendole le mani. Hanno inoltre stretto la mano a papa Francesco Elisabetta Piqué, giornalista argentina con la maggiore “anzianità” di accredito in Vaticano e che conosce personalmente il Papa da quando era arcivescovo di Buenos Aires, e Phoebe Natanson.
Incontrando i giornalisti nell’Aula Paolo VI, il Papa ha spiegato oggi pubblicamente, per la prima volta, come ha scelto il suo nome da Pontefice, Francesco, ispirato al santo di Assisi e all’idea di “una Chiesa povera e per i poveri”. E ha rivelato alcuni dettagli del momento dell’elezione in Conclave, nel segreto della Sistina.
“Alcuni non sapevano perché il vescovo di Roma ha voluto chiamarsi Francesco – ha esordito -. Alcuni pensavano a Francesco Saverio, a Francesco di Sales, anche a Francesco d’Assisi. Io vi racconterò la storia”.
“Nell’elezione – ha quindi raccontato il Papa -, io avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito per il Clero, il cardinale Claudio Hummes: un grande amico, un grande amico”.
“Quando la cosa stava diventando un po’ ‘pericolosa’ – ha proseguito -, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, è giunto l’applauso consueto, perché è stato eletto il Papa”. “E lui mi ha abbracciato e mi ha detto: ‘Non dimenticarti dei poveri!’. E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri”, ha sottolineato Bergoglio toccandosi il capo. Peraltro non è un caso che il card. Hummes appartenga all’ordine dei Francescani.
“Poi, subito in relazione ai poveri – ha continuato il Papa – ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti”.
“E Francesco è l’uomo della pace – ha aggiunto -. l’uomo che ama e custodisce il Creato, in questo momento in cui noi abbiamo con il Creato una relazione non tanto buona, no? E’ l’uomo che ci da questo spirito di pace, l’uomo povero”. “Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!”, è stata l’esclamazione del Pontefice. Bergoglio ha quindi rivelato alcuni altri particolari del momento dell’elezione.
“Alcuni hanno fatto diverse battute. ‘Ma tu dovresti chiamarti Adriano, perché Adriano VI è stato il riformatore, bisogna riformare…’. E un altro mi ha detto: ‘no, no: il tuo nome dovrebbe essere Clemente’. ‘Ma perché?’. ‘Clemente XV: così ti vendichi di Clemente XVI che ha soppresso la Compagnia di Gesù!’. Sono battute…”. Segno anche del clima festoso che in quei momenti si viveva nella Sistina.
Sabato 23 marzo Papa Francesco andrà in elicottero a Castel Gandolfo per incontrare Benedetto XVI. Il pontefice e il Papa emerito saranno insieme a pranzo. La partenza dall’eliporto vaticano è prevista intorno alle 12, l’arrivo a Castel Gandolfo un quarto d’ora dopo. Lo rende noto il Vaticano. (Ansa)