Il segretario della Federazione della Stampa: “La nuova sortita contro l’informazione è da oligarchi di regime”

Siddi (Fnsi): “Grillo è peggio di Berlusconi”

Beppe Grillo

Franco Siddi

ROMA – La nuova sortita di Grillo contro l’informazione, i giornalisti e le televisioni (“I media pagati dai partiti per sputtanarci… Le Sette Sorellastre televisive non fanno informazione, ma propaganda”, ndr) è quanto di più inappropriato possa fare un leader politico di un Paese democratico.
Sono espressioni e atteggiamenti da oligarchi di regime, che non possono essere scambiati come semplici espressioni di chi vuole reali cambiamenti in termini di moralità pubblica e autorevolezza delle istituzioni.
Nemmeno Berlusconi, nella sua lunga azione per leggi bavaglio, era mai arrivato a tanto. Noi non gli opporremo parole diverse da quelle espresse da chi, da parti diverse, ha tentato di mettere la mordacchia ai giornalisti.
Legittimamente i giornalisti fanno domande nell’interesse pubblico, tanto più a chi si propone, o emerge, come leader di un movimento politico nuovo.
Non c’è un attacco dei giornalisti al suo movimento, ma la giusta necessità di capire e conoscere meglio natura, ragioni e persone del “suo” partito. Detto ciò, la categoria non solo ha il diritto di fare domande, ma deve avere anche più forza e coraggio di fronte a chi si nega e ordina anche ai “suoi” di non parlare con i giornali.
Rincorrere un uomo mascherato, garantendogli il giorno dopo paginate non è stato giusto: la fotonotizia avrebbe parlato da sola nel rappresentare chi si comporta così, benché chiamato ad una responsabilità pubblica per il Governo del Paese. Se Grillo pretende giustamente trasparenza, questa condizione vale anche per lui. Gli piaccia o no. Le domande non si interromperanno. Si risponda con  idee e non con insulti e minacce.
Quanto agli attacchi specifici di Grillo ai colleghi della televisione, tutto ciò appare solo funzionale al suo format di comunicazione orientato ad una contro-informazione che diventa solo propaganda, da cui dobbiamo ricordarlo, trae abbondanti vantaggi. Su tutto questo è legittimo discutere così come è doveroso dare atto del successo elettorale avuto dal suo movimento.
Il rispetto per i cittadini elettori è fuori discussione ma lo stesso rispetto merita chi lavora per l’informazione, bene prezioso per la democrazia.

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