
Dino Boffo
VENEZIA – “Vengo da una storia dolorosa e sono vittima di un giornalismo killer. E i maestri di quel giornalismo vanno in video ad insegnare come si deve fare oggi giornalismo. Non so con quale faccia”. Lo ha sottolineato Dino Boffo, già direttore di “Avvenire”, richiamato in servizio dalla Cei alla direzione di “Tv 2000” dopo le vicende che l’hanno interessato da parte de “Il Giornale”.
Boffo ne ha parlato in un incontro, a Venezia, presente il patriarca mons.
Francesco Moraglia, in occasione della festa di San Francesco, patrono dei giornalisti. “Il giornalismo killer è un giornalismo che obbedisce all’editore mascalzone e al direttore compiacente” ha insistito Boffo, confessando poi che “la mia inquietudine più grande riguarda i giovani giornalisti”.
“Che modelli hanno davanti? Si rifaranno al giornalismo dei dossier o al giornalismo della ricerca minuziosa, implacabile che non ti da pace, che ti fa andare a letto con il tormento perché forse che non hai fatto neppure l’ultima telefonata che si poteva?”, si è chiesto Boffo, con preoccupazione. “Oppure si rifanno – ha concluso – a chi si comporta senza scrupoli pur di arginare la perdita di copie?” (Asca)
Avevo già avuto occasione in passato di esprimere la mia solidarietà a Dino Boffo per quello che gli hanno preparato quelli che, purtroppo, sono considerati grandi giornalisti da molti colleghi di oggi.
Mi permetto di essere infinitamente d’accordo con Dino Boffo, per il suo coraggio e la sua personalità e vorrei, nel mio piccolo, portarlo ad esempio ai giornalisti tutti e non solo ai giovani che devono sapere che in qualsiasi professione devono esserci prima di tutto umanità, educazione e rispetto del prossimo.
Grazie anche a Carlo Parisi, direttore di questo giornale, che mi permette di esprimere il mio pensiero contro i giornalisti farabutti che continuano a lavorare e agli editori delinquenti.
E, tuttavia, prima di proclamarlo “santo subito” attenderei qualche momento. Fra i tanti che possono parlare dal pulpito ai giornalisti, facendo loro la predica e accusandoli delle tante malefatte di cui sono certamente responsabili, non mi sembra che D.B. sia il più autorevole nel pretendere la parola…
La vicenda umbra è stata strumentalizzata ma, purtroppo per lui, è vera. Di questo, più che impancarsi a giudice per accusare, dovrebbe – cristianamente – entrare in confessionale per chiedere perdono…