Il giudice di sorveglianza ha respinto l’istanza pro carcere della difesa. Intanto Napolitano pensa alla grazia

Sallusti, il giudice: “Deve restare ai domiciliari”

MILANO – Alessandro Sallusti deve restare ai domiciliari. Lo ha deciso il giudice di sorveglianza Guido Brambilla, respingendo l’istanza della difesa del direttore del Giornale che chiedeva la revoca del provvedimento dei giorni scorsi e, quindi, il carcere. (Ansa)
“Il Presidente considera tutte le ipotesi del caso, particolarmente complesso, che richiede responsabilità da tutti”. Lo ha scritto su twitter il portavoce del Quirinale, Paquale Cascella, in relazione alla vicenda Sallusti.
L’incredibile vicenda che vede protagonista il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, con l’ultimo atto della violazione di una zona da sempre considerata neutrale, come la redazione di un giornale, è la dimostrazione della immediata necessità di rivedere le norme per far sì che non si verifichino più episodi che riportano indietro a epoche oscurantiste. Il direttore Sallusti ha messo le istituzioni e “intero Paese di fronte alla sconcertante incoerenza rispetto al normale spiegarsi di una democrazia moderna e matura”. E’ quanto afferma il segretario politico del Pdl, on. Angelino Alfano.
“Da tempo sostengo l’improrogabile necessità della riforma della giustizia a garanzia del più fondamentale diritto di ogni cittadino: la libertà”. E’quanto afferma in una nota Silvio Berlusconi e augurandosi che Alessandro Sallusti “possa riprendere al piu’ presto il suo impegno di direttore e che venga così cancellata agli occhi del mondo questa ulteriore pagina di giustizia negata”. E spiega: “L’incredibile vicenda del direttore de ‘Il Giornale’, Alessandro Sallusti, condannato in prima istanza a una multa di 5000 euro, trasformata in appello in 14 mesi di carcere, confermati poi dalla Cassazione, non fa che riaffermare l’assoluta necessità e urgenza di tale riforma. Ora sta al mondo politico trovare al più presto una soluzione adeguata che contemperi l’inalienabile diritto di opinione e di informazione con l’altrettanto inalienabile diritto a non vedere lese la propria privacy e la propria onorabilità”. (Agi)

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