
Stefano Cavicchi

Ilaria Cavo
ROMA – I quattro giornalisti italiani arrestati a Cuba sono stati liberati dopo un’udienza giudiziaria e saranno ora espulsi dal paese: lo si legge sul sito di Tgcom.
Si tratta dell’inviata di Mediaset, Ilaria Cavo, dell’operatore Fabio Tricarico, del cronista Domenico Pecile e del fotoreporter Stefano Cavicchi, a Cuba alla ricerca di notizie sul caso dell’omicidio di Lignano Sabbiadoro.
I giornalisti erano entrati nel paese con un visto turistico (e non con il visto giornalistico, che certamente non sarebbe stato loro concesso).
Ilaria Cavo ha confermato in diretta a Tgcom24 che sono tutti arrivati a L’Avana, scortati da alcuni militari.
“Stiamo tutti bene, sono state 24 ore molto complicate, ma siamo stati trattati in modo dignitoso”, ha detto. “Ci hanno tolto i telefoni e tutto quello che avevamo, ci hanno ridato i nostri passaporti per poter rientrare in Italia, ma non ci è stato ancora formalizzato alcun provvedimento di espulsione”.
L’inviata ha riferito di essere stata sottoposta a “interrogatori a ruota” dagli inquirenti. Confermato anche il sequestro del materiale raccolto dai giornalisti a Cuba, e in particolare dell’intervista che erano riusciti a realizzare a Reiver Laborde Rico, il fratello di Lisandra accusato con la giovane di aver ucciso i due coniugi Burgato a Lignano Sabbiadoro.
Cavicchi: “Hanno ripulito tutte le schede del girato” ha spiegato Cavicchi a Tgcom24. “Venerdì mattina – ha raccontato – sei uomini ci hanno sequestrato dalla casa di Reiver Laborde Rico”, il giovane 24enne ritenuto complice dagli inquirenti italiani nel duplice omicidio di Lignano.
“Hanno fatto irruzione nell’appartamento – ha spiegato – e hanno ripulito le schede del girato fatto dall’operatore di Ilaria Cavo”.
“Ci hanno consegnato un foglio – ha raccontato la Cavo a Tgcom24 – con cui dovremo ripresentarci all’ufficio immigrazione e ci hanno riconsegnato i passaporti e ci accompagneranno all’aeroporto lunedì o martedì, ma la scelta è partire appena possibile con i voli.
L’espulsione non è formale ma è un invito a lasciare il Paese”. E poi ha spiegato: “Non c’è stato nessun processo per direttissima siamo stati fermati per violazione delle norme sull’immigrazione”. Anche Domenico Pecile, il cronista del Messaggero Veneto, è riuscito a contattare telefonicamente la redazione del quotidiano di Udine rassicurando sulle sue condizioni.
“Sto bene – ha detto Pecile -. Non ho subito violenze o costrizioni. Spero di rientrare presto. Grazie per l’affetto con il quale mi state seguendo”.
Necessario l’intervento dell’ambasciata italiana a Cuba da dove il viceambasciatore Pietro De Martin chiarisce: “Si è parlato di processo, in realtà è un procedimento amministrativo, non giudiziario. I giornalisti sono entrati con un visto per turismo ma stavano svolgendo attività giornalistica. Considerando le diverse tipologie di visto, le autorità migratorie ritengono che ci debba essere una stretta correlazione tra il visto e l’attività effettivamente svolta. Si sono già verificati in passato episodi analoghi”. (TMNews)