L’esordio di Luigi Lo Cascio alla regia nel film presentato alla Settimana della critica del Lido di Venezia

“La città ideale”, risposta etica all’Italia di oggi

Luigi Lo Cascio sul palco della “Settimana della critica” al Lido di Venezia

LIDO DI VENEZIA –  Esordio di Luigi Lo Cascio alla regia con “La città ideale”, un film presentato alla Settimana della critica, come una risposta etica all’Italia di oggi. Sala piena e tanti consensi a tutta la famiglia Lo Cascio, i fratelli del regista, la madre e lo zio di Luigi erano tutti interpreti del film.
La città ideale è Siena, dove vive un architetto palermitano che insegue il sogno del perfetto ecologista scontrandosi con l’indolenza del quotidiano e riducendosi a macchietta un po’ tra Ridolini e i personaggi pirandelliani. E su questa riga si alterna il montaggio tra Kafka e Pirandello, come ha detto lo stesso Lo Cascio nel consueto incontro con l’autore alla fine della proiezione.
In effetti, il personaggio interpretato dallo stesso regista si scontra con la macchina della Legge. Le sue “manie” come il protagonista del film chiama le sue attenzioni ecologiste, lo coinvolgono nell’indagine di un incidente stradale e pur essendo innocente, non riesce più a uscire da una inchiesta che si muove con i tempi e le modalità della Legge.
Il protagonista ingenuamente chiede Giustizia e Verità e si scontra con quei luoghi comuni, quel quotidiano ancora più burocratizzato che lo aveva messo all’indice per le sue “manie”.
Lo Cascio mostra un personaggio che si sgretola, che vede smontarsi tutta la sua fiducia e ottimismo in un mondo migliore e possibile, e che ritorna a Palermo, la città da  cui in qualche modo era fuggito alla ricerca della città ideale. Soprattutto torna a Palazzo di Giustizia, a quello stesso avvocato, che aveva difeso il padre e che rappresenta un mondo che lo risucchia, che lo riporta alla sua identità iniziale dentro un incubo da cui si può uscire solo se attrezzati da furbi.
La Legge, dal magistrato inquirente agli organi di polizia di stato, si insospettisce proprio per la estrema ingenuità dell’indagato, che rappresenta sotto inchiesta allo Stato un mondo ideale, un universo che lo Stato non riconosce come possibile. Da qui i guai del protagonista.
Un tema quello della Legge, che ritorna nelle vicende della cronaca italiana e che Lo cascio ci mostra come cinico, disponibile per chi conosce i meandri dei tribunali, spietato con chi digiuno di queste pratiche si ritrova suo malgrado coinvolto.
Con tempi e stile diverso, Lo Cascio ha cercato di riproporre la commedia all’italiana di impegno civico, echeggiando film come “Indagini su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” e avvalendosi della consulenza di Gherardo Colombo, per una pellicola coprodotta da Rai Cinema, Monte dei Paschi di Siena, Toscana Film Commision, Regione Lazio e Bibi Film.

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