MILANO – Una frode fiscale per 40 milioni di euro tra il 2001 e il 2003. E’ quella che viene contestata dal pm Fabio De Pasquale, durante la requisitoria iniziata stamane, ai 10 imputati del processo Mediaset.
Tra di loro, l’ex premier Silvio Berlusconi, che è accusato di frode fiscale, stessa accusa mossa a tutti gli altri imputati, oltre al riciclaggio, addebitato a due cittadini di Hong Kong.
Nel corso della requisitoria, che dovrebbe concludersi nel pomeriggio, con la richiesta delle pene a 5 anni di distanza dall’inizio del dibattimento, il rappresentante della pubblica accusa ha sostenuto anche che tra il 1994 e il 1998 il costo dei diritti televisivi acquistati da Mediaset sarebbe stato gonfiato per 368 milioni di dollari.
La tesi di De Pasquale è che le società del Biscione avrebbero “gonfiato” i diritti televisivi acquistati dalle major, attraverso meccanismi di triangolazione.
“Metà della sentenza – ha affermato il pm – è contenuta nella consulenza Kpmg dell’accusa”.
All’inizio della requisitoria, il pubblico ministero ha ricordato la testimonianza di un manager della Fox che ha parlato di “gioco delle 3 conchiglie”, riferendosi al meccanismo che sarebbe utilizzato dalle società “guidate saldamente da Silvio Berlusconi” per dribblare il fisco italiano. (Agi)
E’ quella contestata dal pm De Pasquale ai 10 imputati del processo, tra cui Silvio Berlusconi: diritti tv “gonfiati”