Arrestati 3 ultrà del Bari per intimidazioni a calciatori e cronisti. Il pm Laudati: “Clima di autentico terrore”

Calcioscommesse: due giornalisti tra i minacciati

BARI – Minacce e propositi ritorsivi nei confronti di due giornalisti, di alcuni calciatori e di ultrà di altre squadre di calcio. Così agivano i tre capi della tifoseria barese finiti oggi in manette, Raffaele Lo Iacono, Roberto Sblendorio (portati in carcere) e Alberto Savarese (ai domiciliari).
Negli interrogatori a cui sono stati sottoposti nei mesi scorsi l’ex difensore barese Marco Rossi, ora al Cesena, e l’ex capitano del Bari Jean Francois Gillet, ora portiere del Bologna, sono emersi i riferimenti alle minacce dei tifosi. Entrambi hanno sostenuto che le richieste degli ultrà furono respinte. Gli arrestati sono accusati di aver tentato di imporre ai calciatori, prendendone uno anche a schiaffi, di perdere le successive gare di serie A.
Come ricostruito dai carabinieri e dai magistrati della procura barese, al termine della partita Bari-Chievo, agli atleti gli ultrà, in un clima di “autentico terrore”, chiesero di perdere Cesena-Bari e Bari-Samp. Le pretese dei tre ultrà arrestati fanno, quindi, riferimento solo a queste ultime due partite.
Il procuratore capo di Bari Antonio Laudati, che stamattina ha convocato una conferenza stampa, parla di grave “incidenza e danno che le scommesse portano, a partire dalle attività di corruzione verso i protagonisti del mondo del calcio, dati gli alti interessi in gioco. Poi con le azioni intimidatorie, che in questo caso mi hanno ricordato molto gli aspetti tipici del sistema criminale mafioso. Si voleva intimidire per creare paura e su questa realizzare scopi illeciti”.
Quanto alla vicenda di intenzioni minacciose emerse anche nei confronti di giornalisti che hanno seguito la vicenda, “personalmente esprimo il mio personale apprezzamento per chi fa il proprio lavoro senza subire condizionamenti”, ha detto Laudati.
Il pm Ciro Angelillis titolare dell’indagine ha sottolineato che: “Numerosi malintenzionati potevano entrare con estrema facilità negli spogliatoi, oppure operare durante gli allenamenti dei calciatori”.
Secondo il procuratore, la misura si è resa necessaria e urgente perchè “addirittura in caso di una partita che il Foggia avrebbe dovuto disputare nello stadio di Bari a causa dell’indisponibilità del proprio campo, questi soggetti hanno impedito che l’incontro si svolgesse. E ancora, aggiunge Laudati, “sulla base di anticipazioni di stampa avevano in animo di fare addirittura una spedizione punitiva a Bologna”, probabilmente verso uno dei calciatori, già del Bari, che nei mesi scorsi ha raccontato ai giudici del clima che si viveva in città durante l’ultimo campionato di Serie A.
“Le persone che non voglio neanche chiamare tifosi, perchè sarebbe ingiusto nei confronti di chi ama questo sport – ha concluso il procuratore – avevano paventato l’ipotesi di azioni violente nei confronti di alcuni giornalisti, rei soltanto di aver liberamente espresso le proprie valutazioni su questa gente”. (TmNews)


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