SUDAFRICA – Intimidazioni, minacce e carcere. Sono questi gli strumenti della guerra condotta contro i media scomodi dal partito di governo African National Congress.
E’ così almeno per i giornalisti che denunciano corruzione, nepotismo e fondi neri della polizia come ha fatto questa reporter 25enne. Cosa è successo il giorno dopo la pubblicazione di un suo scoop lo racconta lei stessa: “Uscendo da casa la mattina ho chiuso la porta. Al ritorno la porta era stata aperta. Anche la mia famiglia e miei amici sono stati minacciati al telefono”.
Spesso l’intimidazione si fa alla luce del sole. Agenti in borghese sono stati visti portare via un giornalista per riapparire 16 ore dopo.
Nic Dawes del “Mail Guardian” ricorda bene i tempi della censura quando i lettori non potevano leggere tutto come testimonia questa copia d’archivio di un giornale: “Questo è un esempio di Apartheid. L’editore riteneva che i sud africani non avessero il diritto di sapere e così copriva con il nero le righe”.
C’è grande preoccupazione per un ritorno al passato. “Sveglia”, dice questo annuncio: “Cittadini, questo avviso dice che vuole proteggere i segreti di Stato: è invece un bavaglio. Perchè i giornalisti potrebbero finire in galera per 25 anni se si trovano in possesso anche solo di informazioni classificate riservate”. (TmNews)
Minacce, intimidazioni e carcere per i reporter scomodi al partito di governo, l’African National Congress