Castellini accusato di favoreggiamento per due articoli sul caso Benedetti. Fnsi e Asu: “Piena solidarietà al collega”

Indagato il direttore del “Giornale dell’Umbria”

Giuseppe Castellini

PERUGIA – Indagato per favoreggiamento dalla Procura di Perugia in relazione alla pubblicazione (il 30 gennaio 2011) di due articoli inerenti l’indagine sulla morte di Elisa Benedetti. E’ stato lo stesso Giuseppe Castellini, direttore del “Giornale dell’Umbria”, a darne notizia dopo aver ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini, atto che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.
In base a quanto sostiene l’accusa, Castellini avrebbe aiutato due soggetti “ad eludere le investigazioni e a sottrarsi alle ricerche in relazione al delitto di cessione continuata di stupefacenti” alla Benedetti e ad altri due.
In particolare la Procura perugina fa riferimento a due articoli pubblicati sul “Giornale dell’Umbria”, il cui contenuto, sempre secondo l’accusa, avrebbe avvisato i due soggetti “delle ricerche in atto”, aiutandoli così “ad eludere le investigazioni”.
Stesso addebito ipotizzato anche in relazione alla partecipazione del direttore ad un collegamento con una trasmissione televisiva nazionale.
La Fnsi (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e l’Asu (Associazione Stampa Umbra) esprimono “piena solidarietà” al collega Giuseppe Castellini, direttore del “Giornale dell’Umbria”, e auspicano “che l’indagine promossa a suo carico dalla Procura di Perugia venga al più presto archiviata”.
Il sindacato dei giornalisti ha “totale rispetto del lavoro cruciale e difficile della Magistratura nell’azione di contrasto e repressione del crimine, ma ritiene che questo non possa comportare una limitazione del diritto dovere di cronaca e dell’attività di ricerca e indagine giornalistica, che costituiscono valori irrinunciabili e fondanti di ogni società democratica e che, nel nostro Paese, sono garantiti dalla Costituzione repubblicana, fonte fondamentale di Diritto”.
Per la Fnsi “i giornalisti devono poter svolgere liberamente e scrupolosamente il proprio lavoro, nel rispetto delle regole  professionali e deontologiche. Non potranno mai limitarsi a trasmettere ‘veline’ fornite da qualsiasi autorità, perché è loro preciso dovere ricercare la verità dei fatti nel solo interesse dell’opinione pubblica,  senza condizionamenti o intimidazioni”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *