
Angela Camuso, giornalista de “l’Unità”
ROMA – “La smentita della Santa Sede offende
ingiustamente la mia reputazione e afferma una serie di
falsità”. La giornalista Angela Camuso replica così alla nota
con la quale ieri la Sala Stampa della Santa Sede contestava
quanto scritto su “l’Unità” nell’articolo intitolato
“Riciclaggio, quattro preti indagati. I silenzi del Vaticano
sui controlli”.
“In particolare – scrive Camuso – non è vero
che l’articolo suddetto ha ‘riciclato notizie già pubblicate
dalla stessa Unità. Infatti, nè l’Unità nè altri organi di
stampa, fino a ieri, avevano mai dato la notizia – che peraltro
la Santa Sede non smentisce, essendo vera – dell’iscrizione sul
registro degli indagati di monsignor Messina, del reverendo
Buonaccorsi e di don Palumbo. Quanto al significato della
parola incriminazione – considerata dalla Santa Sede
diffamatoria – nei riguardi del direttore generale dello Ior
Cipriani e del suo presidente Gotti Tedeschi, da tempo indagati
per il reato di violazione delle norme antiriciclaggio, faccio
riferimento a numerosi autorevoli dizionari che così
definiscono l’azione di incriminare: ‘mettere sotto accusa’».
“Infine – conclude la giornalista – seppure il Vaticano
sostiene di aver avuto un atteggiamento di collaborazione con i
magistrati italiani, ribadisco che la procura di Roma è ancora
in attesa, da oltre sei mesi, di una risposta dalla Santa Sede
in merito ad alcuni conti Ior oggetto dell’inchiesta. E d’altra
parte, al di là delle dichiarazioni ufficiali, quale sia la
reale posizione del Vaticano in merito si evince molto
chiaramente dall’intervista esclusiva a un alto prelato che ho
realizzato per la trasmissione ‘Gli Intoccabili’». (Agi)
“Non sta alla rappresentanza sindacale entrare nel merito del tema trattato, affrontato peraltro in modo analogo anche da altre testate, consideriamo tuttavia inaccettabili gli attacchi diretti alla persona e alla professionalità della collega Angela Camuso a cui esprimiamo la nostra solidarietà”, conclude la nota. (Ansa)