ISTANBUL (Turchia) – Aumenta a 105 il numero dei giornalisti turchi in carcere. La denuncia arriva dalla ong turca Tgd, la Piattaforma per la solidarietà con i giornalisti in carcere.
A finire dietro le sbarre per ultimo, lo scorso 28 gennaio, è stato Aziz Tekin, un giornalista curdo che collaborava oer il quotidiano Azadiya Welat, che ha avuto a sua volta problemi con la giustizia della Mezzaluna.
Il giornalista è stato arrestato con l’accusa di associazione a organizzazione terroristica, in particolare al Kck, l’Unione delle comunità curde, considerata associazione terroristica e che al suo interno comprenderebbe anche il Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, che da anni lotta per la creazione di uno stato indipendente.
“La Turchia è fra i Paesi con il più alto numero di giornalisti arrestati al mondo – si legge nel comunicato della Tgd -. Con l’ultimo arresto il Paese rafforza la sua posizione ai vertici della classifica. Il partito per la Giustizia e lo Sviluppo (Akp, guidato dal premier Recep Tayyip Erdogan, ndr) sta abusando della legge anti terrorismo”.
Il comunicato ha anche ricordato che settimana scorsa un rapporto pubblicato da Reporters sans frontières, ha piazzato la Turchia al 148mo posto su 178 nella classifica dei Paesi per quanto riguarda la libertà di stampa, retrocedendola di 10 posizioni rispetto allo scorso anno.
La maggior parte dei giornalisti che vengono arrestati in Turchia lo sono a causa della loro presunta appartenenza non solo a organizzazioni terroristiche curde, ma anche all’organizzazione Ergenekon, che secondo l’accusa da anni lavorerebbe per sovvertire il governo guidato da Erdogan. Di Ergenekon farebbero parte non solo giornalisti, ma anche docenti universitari, militari, imprenditori, elementi dei servizi segreti deviati e intellettuali.
Fra i reporter in prigione ci sono anche Ahmet Sik e Nedim Sener, penne note del giornalismo turco e conosciute per i loro toni critici nei confronti del governo Erdogan.
Proprio il premier nei giorni scorsi è intervenuto nel dibattito sulla libertà di informazione nel Paese. “La Turchia non merita l’immagine negativa offerta al mondo dall’opposizione e da alcuni giornalisti e scrittori” ha spiegato, aggiungendo che il suo partito Akp, “non ha mai cercato vendetta nei confronti dei media ostili”. Secondo il premier turco per i Paesi occidentali capire il problema è difficile “perché loro non hanno giornalisti che coinvolti in golpe o che supportano e invitano a golpe”. (TMNews)
La denuncia della ong turca Tgd: “Il nostro è il Paese con il più alto numero di cronisti arrestati”