Ancora un tributo al vignettista a cui spezzarono le mani. Premiati anche gli ungheresi Vasarhelyi e Renyi

Premio per la libertà di stampa al siriano Ali Ferzat

Il vignettista siriano Ali Ferzat

ROMA – Ancora un premio, che celebra la sua strenua difesa della libertà di stampa e di espressione, al vignettista siriano Ali Ferzat: è a lui, infatti, che “Reporters sans frontières” ha deciso di assegnare il “Premio annuale per la libertà di stampa”.
Spesso critico con il regime del suo Paese – ha disegnato il leader siriano, Bashar al Assad, in fuga dal Paese assieme a Gheddafi – , Ferzat è stato vittima di una feroce aggressione lo scorso mese di agosto: gli uomini di Assad gli spezzarono le ossa delle mani.
Alla sua forza ostinata, dunque, un nuovo tributo, che arriva dopo il “Premio Sakharov” del Parlamento europeo e il Premio internazionale per la libertà di informazione “Città di Siena – Isf”, organizzato da Information Safety and Freedom in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti della Toscana, l’Associazione Stampa Toscana e la Fondazione Darek Rocco Barnabei.
Il premio di giornale dell’anno assegnato da “Reporters sans frontières” è andato, invece, al birmano “Weekly Eleven News”.
Ci sono, inoltre, anche due giornalisti ungheresi, Maria Vasarhelyi e Pal Daniel Renyi, tra i premiati, per il 2011, dalla sede austriaca di “Reporters sans frontières”.
“Il loro coraggio e il loro impegno per la democrazia sono esemplari, anche per noi” ha spiegato la giuria consegnando oggi il premio. I due giornalisti si sono distinti per i loro articolo sulla “scomparsa della libertà di stampa” in Ungheria. Ne “La battaglia è finita” Maria Vasarhelyi analizza 10 anni di lotta per la libertà di stampa in Ungheria, arrivando alla conclusione che questa non esiste più.
Pal Daniel Renyi ha, invece, ricevuto il premio di “Reporters sans frontierès” per il suo articolo “Avete ragione di non dire nulla” sulla controversa “legge media” di Budapest.
“In Ungheria i giornalisti non vengono uccisi nè li si mette in carcere, si licenziano” ha detto. Secondo la giuria, gli articoli dei due reporter testimoniano “una grande professionalità” e si occupano di temi di grande attualità non solo in Ungheria, ma anche in tutta l’Europa.

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