L’assemblea dell’Assostampa Ferrara consegnerà il tradizionale riconoscimento dopo le festività

Premio stampa 2011 al giornalista precario

FERRARA – Il premio stampa 2011 va alla figura del giornalista precario. Lo ha deciso l’assemblea dell’Associazione stampa di Ferrara, riunita per decidere a chi dare il riconoscimento che viene consegnato dal 1958 a personaggi che hanno acquisito meriti e notorietà a livello nazionale in diversi campi professionali e che hanno le loro radici nella città estense.
Una scelta che si pone in una certa discontinuità con il premio in senso classico fin qui attribuito, per un riconoscimento pubblico a tutti quei collaboratori che spesso lavorano nelle redazioni per pochi euro a pezzo con impegno, serietà e competenza, e che non vedono riconosciuti i propri diritti contrattuali e la propria professionalità, nonché rispettata la loro stessa dignità di persone.
In pratica, il premio stampa 2011 è un segnale che Assostampa Ferrara vuole dare come occasione di riflessione sulla situazione complessiva di giornali, radio e tv e sul loro stato di effettiva libertà ed indipendenza.
Un segnale che l’assemblea dell’associazione dei giornalisti estensi lancia nello stesso tempo alla città, ai lettori, telespettatori, radioascoltatori, agli utenti dei siti web e dei giornali online, di tutte le testate provinciali.
Una riflessione che parte dall’analisi del contesto ferrarese per allargarsi a quello nazionale  sullo stato di salute del mondo dell’informazione, dando voce all’impegno dell’Ordine nazionale dei giornalisti e della Federazione nazionale della stampa, che hanno recentemente approvato la Carta di Firenze dedicata alla figura del precario dell’informazione.
Il premio stampa 2011 sarà concretamente consegnato nel corso di un incontro pubblico che si svolgerà dopo le prossime festività e al quale saranno invitati speciali i tanti precari che lavorano nelle redazioni locali, i veri protagonisti dell’iniziativa.
L’assemblea di Assostampa ha, infine, deciso all’unanimità di allargare il consiglio direttivo da nove a 12 componenti, per rispondere all’esigenza di una maggiore rappresentanza femminile, dei precari (molto spesso le due figure coincidono determinando una sorta di doppio svantaggio) e delle stesse redazioni locali.

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