Si è spento all’età di 87 anni uno dei più amati esperti del pedale. Era amico speciale di Coppi. Funerali lunedì a Milano

Addio al giornalista Rino Negri, cantore del ciclismo

Rino Negri con Fausto Coppi

MILANO – All’età di 87 anni, si è spento ieri il giornalista Rino Negri, per gli amici “Rinone”, uno dei più amati cantori del ciclismo italiano. Nato a Pavia il 14 luglio 1924, era giornalista professionista dal 1° luglio 1953.
La sua brillante carriera professionale, durata oltre 50 anni, l’ha svolta, da inviato, alla Gazzetta dello Sport in un settore, il ciclismo, che ha amato sin da piccolo praticandolo anche a livello agonistico, da allievo.
Un amore viscerale che, unito ad una straordinaria competenza, facevano di lui una vera e propria autorità del mondo delle due ruote.
Al seguito di ben 42 edizioni del “Giro d’Italia” e di 39 del “Tour de France”, tanto per limitarsi alle due più importanti corse a tappe, autore di circa 30mila articoli e numerosi libri, Rino Negri è stato un punto di riferimento per intere generazioni di giornalisti sportivi ed un amico “speciale” per il più grande mito del pedale, il “campionisssimo” Fausto Coppi.
Alcuni suoi studi sono stati pubblicati da enciclopedie, riviste e giornali statunitensi, tedeschi, argentini, colombiani, spagnoli, messicani, olandesi, francesi, giapponesi, belgi.
Numerose sono le sue opere sul ciclismo: Ciclismo nel mondo, Parla Coppi, Quando la bici è arte, Un secolo di ciclismo tricolore, Correre in pista, L’ora di Merckx, Manuale pratico di ciclismo, La storia di Baldini.
Ha diretto “Conoscere il ciclismo” ed è autore di quaderni pubblicati da “La Gazzetta dello Sport” nella collana “I campioni del giorno” su Learco Guerra, Fausto Coppi, Hugo Koblet, Gino Bartali (in collaborazione con Mione), Pasquale Fornara, Renzo Soldani, Loretto Petrucci.
“Per aver onorato la professione giornalistica” gli è stato, tra l’altro, conferito il titolo di “commendatore della Repubblica”, mentre la direzione del “Tour de France” gli ha consegnato una targa d’oro per le sue 39 presenze. Tra i premi ricevuti, il “Trofeo Vincenzo Torriani” con Sergio Zavoli e lo “Scriptor Spectatus” da parte del cardinale Carlo Maria Martini.
Nel ricordarlo, il “Corriere della Sera” sottolinea che i corridori si confidavano con lui perché sapevano che “nessuno meglio di Rinone avrebbe potuto capire anche le giornate buie di chi aveva pedalato sotto la pioggia o nella polvere. Chi pensa che Negri fosse interprete di un giornalismo antico e fuori tempo, sbaglia, perché proprio lui era più avanti persino delle novità del giornalismo moderno para-televisivo. Siccome era abituato a frequentare la strada più delle sale stampa, a parlare con corridori e direttori sportivi piuttosto che farsi raccontare gli eventi, era una miniera di aneddoti, storie, retroscena, avventure”.
Dal canto suo, “La Gazzetta dello Sport” evidenzia che “il suo archivio, nella casa di Milano, potrebbe essere la biblioteca nazionale del ciclismo. Le sue eterne giornate da cronista si concludevano, immancabilmente, al ristorante. Dove continuava a parlare di ciclismo”.
Rino Negri è morto, ieri mattina alle 9, nel reparto solventi del Pio Albergo Trivulzio, a Milano. Lascia la moglie Franca e la figlia Roberta. La camera ardente è stata allestita, a Milano, nella Casa funeraria di Baggio, in via Amantea, mentre i funerali saranno celebrati lunedì nella chiesa parrocchiale di San Pio V, in via Ennio. La salma proseguirà poi per San Giovannino di Pavia, dove sarà tumulata nella cappella di famiglia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *