
Andrea Camporese, presidente dell’Inpgi
ROMA – Il Consiglio Generale dell’Inpgi ha approvato all’unanimità tutti gli otto punti all’ordine del giorno relativi all’assestamento del bilancio 2011 della Gestione Principale e della Gestione Separata.
Un plebiscito per il presidente Andrea Camporese che, nell’ultima seduta del Consiglio Generale, chiude in bellezza i quattro anni del suo mandato trovando la strada spianata per la conferma al vertice dell’Istituto di Previdenza dei Giornalisti Italiani.
Un’amministrazione seria, saggia, oculata e soprattutto esperta, quella della gestione Camporese, confermata dalla sua elezione alla presidenza dell’Adepp, l’Associazione degli Enti Previdenziali Privatizzati che riunisce 20 Casse rappresentative di quasi 2 milioni di iscritti. E Camporese, stamani, a conclusione dei lavori del Consiglio Generale, ha sottolineato l’importanza di lavorare sempre più in collegamento con le altre categorie professionali.
Riferendo dell’incontro avuto con il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti, il presidente dell’Inpgi ha riferito della richiesta di attenzione nei confronti del risanamento del bilancio dello Stato ma, nel contempo, delle assicurazioni di autonomia ricevute nei confronti degli istituti di previdenza privatizzati, come appunto l’Inpgi, che non ricevono contributi dallo Stato.
Certo, l’attenzione va tenuta alta perché la posta in gioco è alta. Basti pensare, tanto per fare un esempio, che ammonta a 120 miliardi il fondo infrastrutturale lanciato dalle professioni tecniche unite raccogliendo le loro competenze ed il loro risparmio previdenziale.
Andrea Camporese, nel ringraziare il Consiglio Generale ed il Consiglio d’Amministrazione dell’Inpgi, che in quattro anni hanno amministrato deliberando quasi sempre all’unanimità, si è infine soffermato sugli impegni che attendono l’istituto nell’immediato futuro: dalla verifica dell’andamento degli scatti al ragionamento che il welfare impone in virtù della riforma che ha richiesto sacrifici, soprattutto alle donne; dagli sgravi, agli incentivi, alla progressività delle aliquote contributive collegate all’età.
“Abbiamo fatto e consolidato molto – ha evidenziato Camporese – ma ciò non significa far calare l’attenzione sui problemi sempre più incombenti derivanti da un minor gettito contributivo. Tutt’altro”. E’, inoltre, necessario mettere mano allo Statuto dell’Inpgi che, ad esempio, in caso di dimissioni, impone nuove elezioni anche per un singolo consigliere, con un’inutile spesa”.
Dal canto suo, il vice presidente Maurizio Andriolo si è congedato dall’incarico (per il limite ad un eventuale terzo mandato imposto dallo Statuto), ma non certo dall’apporto che potrà ancora dare all’istituto “in altri ruolo”.
Andriolo, denunciando “gli attacchi che, nell’ultimo quinquennio, sono stati sferrati alla categoria”, ha auspicato un ulteriore rafforzamento dell’Ingi e, soprattutto, “una revisione di tutti gli altri istituti di categoria che, senza perdere la rispettiva autonomia, renda più forti gli strumenti a garanzia della libertà di stampa”.
Nell’azione finalizzata a dare “ulteriore prestigio, credibilità e autonomia all’Inpgi”, Maurizio Andriolo ha, infine, voluto sottolineare “l’occasione persa, dall’intera categoria dei giornalisti, di far parte del consiglio d’amministrazione di Terna con Andrea Camporese”. Uno dei “nostri” nella stanza dei bottoni, infatti, in un delicato momento come questo, sarebbe stato più che utile ai giornalisti, che nei palazzi che contano hanno sempre più nemici. Ma, si sa, spesso i principali nemici dei giornalisti sono proprio i giornalisti.