
Anat Kam
TEL AVIV (Israele) – E’ da oggi rinchiusa in un carcere femminile di Neve Tirza, non lontano da Tel Aviv, la giovane giornalista israeliana Anat Kam, condannata nei mesi scorsi a quattro anni e mezzo di reclusione per aver sottratto alcune centinaia di documenti militari riservati durante il suo servizio di leva.
Anat Kam è entrata in prigione in mattinata, sotto l’occhio di fotografi e cameramen, dopo che alcuni giorni fa era stato respinto l’ultimo tentativo del suo avvocato di ottenere gli arresti domiciliari. Reporter in erba poco più che ventenne, Anat è stata condannata per “spionaggio” per essersi impossessata di documenti a cui aveva accesso in quanto militare, nell’archivio dell’ufficio di un generale.
Alcuni dei documenti testimoniavano di comportamenti illegittimi, in violazione di sentenze della Corte suprema israeliana, attribuiti a unità dislocate nei Territori palestinesi occupati.
L’inchiesta sul caso Kam ha coinvolto anche un altro giornalista, Uri Blau, del quotidiano progressista Haaretz, al quale la reporter-soldata aveva passato una piccola parte di documenti trafugati il cui contenuto risulta essere stato poi usato – seppure senza citazioni dirette – per un articolo di denuncia.
Blau, riparato nei mesi scorsi a Londra, è tornato solo di recente in Israele dopo aver ricevuto assicurazione che nessun mandato d’arresto pendeva su di lui. Gli inquirenti lo hanno interrogato e hanno escluso nei suoi confronti l’accusa di spionaggio, mentre non hanno ancora definito un’eventuale incriminazione per reati minori.
Durante gli interrogatori condotti dallo Shin Bet – i servizi di sicurezza interni d’Israele – Anat Kam ha sostenuto d’aver agito per ragioni ideologiche e di principio, ma ha anche ammesso di non aver valutato bene le implicazioni della vicenda “per leggerezza”. (Ansa)