
Michele Santoro

Maurizio Belpietro
ROMA – Michele Santoro ha vinto la causa per diffamazione intentata contro “Il Giornale” che, in un articolo, aveva attribuito al giornalista televisivo la “responsabilità morale” del suicidio, nel 1995, del maresciallo dei carabinieri Antonino Lombardo.
Nella sentenza, pubblicata il 10 novembre, il giudice del tribunale civile di Roma, Anna Maria Pagliari, ha condannato, per diffamazione, la società editrice de “Il Giornale”, l’allora direttore responsabile, Maurizio Belpietro, e il giornalista Giancarlo Perna al pagamento di 60mila euro e delle spese processuali a favore di Michele Santoro, difeso dallo studio legale Fiore – De Crescienzo.
Perna è stato condannato anche al pagamento di una sanzione pecuniaria di 4mila euro. Nell’articolo, pubblicato il 4 giugno 2007, si attribuiva a Santoro la responsabilità morale del suicidio del carabiniere, avvenuta, secondo Il Giornale, “a causa della conduzione di Santoro della puntata di Tempo Reale del 23 febbraio 1995”.
Per il giudice, però, l’accusa era infondata avendo Michele Santoro già provato “in diversi giudizi intrapresi a tutela della propria reputazione contro simili affermazioni rese sullo stesso quotidiano “Il Giornale” la legittimità del proprio comportamento quale conduttore della puntata televisiva suddetta e delle decisioni giudiziali intervenute sulla correlativa illiceità di tutte le affermazioni di contenuto simile a quelle di Giancarlo Perna”.
Nella sentenza, inoltre, il tribunale afferma che Perna non ha fornito ai lettori, in merito alla vicenda dell’allontanamento e del rientro in Rai di Santoro a seguito dell’«editto bulgaro», “corretta né diligente informazione sui fatti in oggetto di critica”, il cui “unico fine rimane quello di fornire al lettore una visione non certamente organica ma al contrario mirante al mero discredito personale della figura dell’attore”. (Ansa)