
Hugh Grant e Jemima Khan
LONDRA (Gran Bretagna) – Hugh Grant ha accusato per la prima volta una testata non parte del gruppo editoriale di Rupert Murdoch di intercettazioni. L’attore, comparso dinanzi alla commissione Leveson sull’etica dei media, ha raccontato come il Mail On Sunday nel 2007 avesse pubblicato un articolo in cui sosteneva che la relazione tra lui e Jemima Khan fosse in crisi perché lui telefonava ad un’altra donna dalla voce sensuale.
L’attore – che in questo caso aveva fatto causa per diffamazione e aveva vinto – si ricorda di aver telefonato in tarda notte all’assistente di un suo amico a Hollywood e ha detto di sospettare che il suo telefono fosse sotto controllo. In un altro episodio, Grant ha raccontato come poco dopo il suo arresto a Los Angeles nel 1995 qualcuno si fosse introdotto nel suo appartamento Londra senza, però, rubare nulla.
“Alcuni giorni dopo – ha detto l’attore – una descrizione dettagliata del mio appartamento comparve su un tabloid. Non ricordo quale”. All’epoca Grant non aveva pensato che il tabloid fosse direttamente responsabile dell’intrusione e che invece avesse ottenuto le informazioni dalla polizia o dal ladro stesso. Fu poi in seguito, durante una conversazione con Tom Watson, il deputato laburista membro della commissione parlamentare che ha indagato sulle intercettazioni, che Grant ha collegato l’episodio alle pratiche illecite dei tabloid.
L’attore ha poi accusato la stampa di aver avuto accesso in maniera fraudolenta alle sue cartelle mediche a marzo di quest’anno e i paparazzi di aver inseguito e importunato in maniera pericolosa diverse sue compagne, tra cui la madre della sua bambina, Tinglan Hong. (Ansa)