
Per questo si pensa a una ritorsione del fondamentalismo islamico.
L’attentato è stato condannato dal premier Francois Fillon, che si è detto “indignato”.
“La libertà di espressione è un diritto inalienabile nella nostra democrazia. Niente può giustificare un tale atto di violenza”, ha affermato.
“Ferma condanna” pure dal capo del Consiglio francese per la fede islamica, Mohammed Moussaoui.
Anche il sito web del settimanale, già al centro di accese polemiche nel 2006 per aver pubblicato le controverse vignette danesi su Maometto, è stato violato da un attacco hacker: al posto dell’homepage è comparsa l’immagine della moschea della Mecca, accompagnata dalla scritta “Non c’è altro Dio che Alla” e da un avvertimento in inglese e in turco sul divieto di usare immagini del Profeta.
Per Charb, alias di Stephane Charbonier, direttore e disegnatore della rivista, l’attacco è una rappresaglia contro l’edizione speciale annunciata lunedì e intitolata provocatoriamente “Charia Ebdo”, con tanto di Maometto come direttore responsabile.
“La libertà di espressione è un diritto inalienabile nella nostra democrazia. Niente può giustificare un tale atto di violenza”, ha affermato.
“Ferma condanna” pure dal capo del Consiglio francese per la fede islamica, Mohammed Moussaoui.
Anche il sito web del settimanale, già al centro di accese polemiche nel 2006 per aver pubblicato le controverse vignette danesi su Maometto, è stato violato da un attacco hacker: al posto dell’homepage è comparsa l’immagine della moschea della Mecca, accompagnata dalla scritta “Non c’è altro Dio che Alla” e da un avvertimento in inglese e in turco sul divieto di usare immagini del Profeta.
Per Charb, alias di Stephane Charbonier, direttore e disegnatore della rivista, l’attacco è una rappresaglia contro l’edizione speciale annunciata lunedì e intitolata provocatoriamente “Charia Ebdo”, con tanto di Maometto come direttore responsabile.
L’edizione comprende anche un editoriale, firmato dal Profeta, e intitolato Halal Aperitif (aperitivo halal, ovvero analcolico).
“Avevamo ricevuto minacce ma nessuno ha visto il giornale. La gente ha reagito violentemente a un giornale di cui ignora completamente il contenuto, che è la cosa più assurda e più stupida”, ha commentato Charb.
“Non è un giornale contro i musulmani ma solo per dire che possiamo sorridere su tutto, è la più grande prova di libertà e democrazia”, ha affermato. Non per nulla i disegnatori di Charlie Ebdo hanno deciso di chiudere il numero speciale con un’immagine fortemente d’impatto: Maometto con un naso rosso da clown. E la frase: “Sì, l’Islam è compatibile con l’umorismo”.
Charlie Hebdo, vicino alla Gauche, ma capace di attaccare chiunque a suo dire minacci la libertà d’espressione, aveva già fatto infuriare molti musulmani con la pubblicazione nel 2006 delle vignette su Maometto del giornale danese Jyllands-Posten: incriminato per razzismo, l’allora direttore Philippe Val fu assolto l’anno dopo da un tribunale francese. (Agi)
“Avevamo ricevuto minacce ma nessuno ha visto il giornale. La gente ha reagito violentemente a un giornale di cui ignora completamente il contenuto, che è la cosa più assurda e più stupida”, ha commentato Charb.
“Non è un giornale contro i musulmani ma solo per dire che possiamo sorridere su tutto, è la più grande prova di libertà e democrazia”, ha affermato. Non per nulla i disegnatori di Charlie Ebdo hanno deciso di chiudere il numero speciale con un’immagine fortemente d’impatto: Maometto con un naso rosso da clown. E la frase: “Sì, l’Islam è compatibile con l’umorismo”.
Charlie Hebdo, vicino alla Gauche, ma capace di attaccare chiunque a suo dire minacci la libertà d’espressione, aveva già fatto infuriare molti musulmani con la pubblicazione nel 2006 delle vignette su Maometto del giornale danese Jyllands-Posten: incriminato per razzismo, l’allora direttore Philippe Val fu assolto l’anno dopo da un tribunale francese. (Agi)