Botta e risposta, a Torino, tra i presidenti dell’Antitrust, Antonio Catricalà, e del Cup, Marina Calderone

E’ scontro sui concorsi di accesso alle professioni

Marina Calderone

Antonio Catricalà

TORINO – Botta e risposta, durante il congresso del Notariato, a Torino, tra il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, e la presidente del Cup e del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, Marina Calderone. Oggetto del contendere, ancora una volta, non solo le liberalizzazioni in materia di professioni ma anche l’acceso agli albi.
“Bisogna dare la possibilità di anticipare la pratica già all’università, ma solo per gli studenti migliori, quelli che sono in regola con gli esami: ci mancherebbe si permettesse ai fuori corso di ciondolare per tribunali e aziende. In questo modo, la qualificazione la si avrebbe già all’università e non con concorsi di accesso alle professioni che sono molto aleatori. Sono esami che non danno la certezza e la sicurezza della preparazione. Noi abbiamo la necessità di immaginare un futuro per i nostri figli e non può esssere il nonnismo delle categorie, deve essere qualcosa che consenta loro di cominciare a lavorare in maniera seria”, ha detto il presidente dell’Antitrust.
“Nel nostro paese – ha aggiunto – ci sono giovani che stanno all’università cinque anni e più e fanno pratica solo dopo, bisogna invece fargliela fare prima, di qualunque pratica si tratti. So che non è colpa degli ordini ma che ci sono resistenze da parte degli atenei, tuttavia non è possibile che ci siano da noi giovani che a trent’anni stanno ancora a casa, bisogna che vadano a lavorare come fanno tutti i ragazzi europei. C’è qualcosa in questo Paese che non funziona”.
Catricalà ha, quindi, sollecitato la presenza negli ordini professionali di rappresentanti dei consumatori: “Non devono essere non nominati dalle associazioni dei consumatori, ma dal Parlamento, tre per ogni ordine, in modo che controllino che quando un medico, un avvocato, un notaio la combina grossa ci sia qualcuno che possa dire «questa persona va sanzionata». In tutte le famiglie – ha concluso – ci sono le pecore nere e non è perché “è una pecora nera che deve pagare tutta la famiglia”.
Secca la risposta di Marina Calderone: “Dopo le parole del presidente dell’Antitrust, consiglierò a mia figlia, che vuole diventare architetto, piuttosto che diventare una «capra patentata», di fare domanda per un’assunzione diretta all’Antitrust. Ci siamo sentiti umiliati nel nostro voler fare un percorso di rigore nella cultura delle professioni: non è così che si fa la nuova Italia, così si svendono le competenze. Sono indignata: le tesi di Catricalà non sono niente di nuovo, sono ripetizioni di un concetto che ogni volta che sento mi fa arrabbiare sempre di più”.
“Credo sia venuto il momento del risveglio – ha concluso – perché tra qualche mese tra questi signori politici saranno di nuovo tutti nostri grandissimi amici e allora bisognerà ricordarsi che non vanno bene le amicizie elettorali ma sono necessarie quelle basate sulle esigenze reali del paese”.
A stretto giro, Catricalà ha poi replicato in serata: “Non è possibile accettare aggressioni offensive fatte in assenza dell’interlocutore e a cui ribatterò nelle sedi opportune punto per punto”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *