I giornalisti rendono omaggio ad un grande avvocato che ha strenuamente difeso la libertà d’informazione

Flamminii Minuto, la stampa libera perde un amico

Oreste Flamminii Minuto

ROMA – Il modo migliore per ricordarlo è leggere i suoi interventi sulla libertà di stampa di cui è sempre stato strenuo difensore. Mentre infuriava la polemica sul conflitto tra stampa e potere, e la Federazione Nazionale della Stampa scendeva in piazza contro la legge bavaglio che voleva impedire la diffusione delle intercettazioni telefoniche, Oreste Flamminii Minuto “cucinava” quel suo “Troppi Farabutti” edito da Baldini Castoldi, per dimostrare come dal dopoguerra ad oggi “la stampa è stata costretta a difendersi dalle continue aggressioni da parte del potere”.
Flamminii Minuto è scomparso ieri, all’età di 79 anni, dopo essere stato presidente della Camera Penale di Roma, e giudice aggregato della Corte Costituzionale, e per molti anni legale del gruppo l’Espresso.

 E’ stato uno dei massimi esperti in Italia del diritto d’informazione, e proprio lui ha individuato nel suo saggio “le responsabilità di una magistratura incapace di cogliere la specificità giuridica dei reati d’opinione”. Colpevoli anche i media e coloro che nei giornali e nelle tv lavorano perché troppo spesso hanno rinunciato a quel ruolo di “cane da guardia della democrazia”.
L’Unione delle Camere penali lo ha ricordato come “uno strenuo difensore della libertà d’informazione e di stampa”, e anche “come una voce che rimarrà sempre impressa nella memoria dell’avvocatura italiana”. Di grande carattere e spessore culturale amava raccontare quando, giovane avvocato arrivato dalla provincia, aveva iniziato per caso a occuparsi professionalmente del mondo del cinema. Ma proprio del cinema poi, di sceneggiatori e registi raccontava aneddoti e curiosità ignorati dal grande pubblico, di cui lui invece era stato testimone.
Di carattere gentile, molti dei suoi interventi sull’informazione che rivelavano una intelligenza lucida e puntuale sono stati pubblicati su Prima Comunicazione, mensile specializzato con cui ha avuto una lunga frequentazione in quindici anni di collaborazione. Proprio in un suo contributo su Prima Comunicazione, Flamminii Minuto si soffermava sulla diffamazione.
“In questo Paese – scriveva – ci abbiamo messo sessant’anni per far riconoscere un principio elementare, e cioè che nell’intervista l’intervistatore è esente da pena e chi risponde dell’eventuale diffamazione è l’intervistato”, sottolineava Flamminii Minuto. “Ma ancora oggi le norme esistenti non permettono all’informazione di espletare la sua funzione: formare e informare la pubblica opinione, come ha detto la Corte costituzionale e ripetuto la Cassazione”.
Anche per quanto riguarda la legge sulla privacy, ad esempio, per l’avvocato Flamminii Minuto più che una legge è un editto. “E’ vero che il regolamento deontologico della privacy è stato approvato dai giornalisti e dal garante della Privacy” ma se non ricordo male i giornalisti presentarono un documento, il garante della Privacy lo modificò e introdusse questa storia dell’essenzialità dell’informazione che è secondo me una delle cose più opinabili che esistano.
Rispetto a cosa la notizia deve essere essenziale? Chi lo stabilisce quando è essenziale o meno?”.

 “E poi siamo proprio sicuri che l’Ordine sia a tutela dei giornalisti? Io credo che l’Ordine più che tutelare i giornalisti ha tutelato una sorta di buon nome del giornalista inteso in maniera conservatrice e reazionaria”.
Flamminii Minuto ha, inoltre, preso parte a numerosi appuntamenti organizzati dalla Fnsi. L’ultimo saluto, domani, nella Basilica di San Giuseppe al Trionfale a Via Bernardino Telesio a Roma.

 Oreste Flamminii Minuto, classe 1932 in oltre 50 anni di attività, come avvocato penalista, ha difeso giornalisti di molte testate ed è autore di numerosi articoli sulla stampa, la censura, la diffamazione e in generale i temi legati all’editoria e al mondo dell’informazione. (Asca).
“Con la morte di Oreste Flamminii Minuto l’informazione libera perde un amico di straordinaria competenza e di altrettanto grande passione civile”, afferma il presidente della Federazione Nazionale della Stampa, Roberto Natale.
“In decenni di prestigiosa attività, l’avvocato Flamminii – ricorda Natale – aveva legato il suo nome a innumerevoli casi giudiziari in cui aveva saputo far valere con maestria le ragioni del giornalismo, dunque della pubblica opinione, contro ogni tipo di potere intimidatorio.
Negli ultimi anni aveva poi scelto di mettere le sue doti professionali anche a disposizione del sindacato dei giornalisti, per richiedere la radicale modifica della attuale, punitiva legislazione in materia di querele per diffamazione e di risarcimento danni”.
“Il grande avvocato – afferma Siddi – non aveva esitato un attimo nell’impegnarsi a favore dei giornalisti sottoposti a richieste di risarcimento pesanti e spesso infondate: soprattutto dei free lance e dei precari che, non avendo un forte editore alle spalle, sono ancor più esposti. Di questa generosissima competenza il sindacato dei giornalisti conserverà il ricordo più grato; e anche nel nome di Oreste Flamminii Minuto rafforzerà l’impegno per ottenere dal legislatore che all’informazione venga tolta questa altra forma di bavaglio”. (Ansa)

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