La replica del direttore di Libero, accusato di vilipendio al Capo dello Stato: “Mi scuso, ma il Quirinale risparmi”

Belpietro a Napolitano: “Dia l’esempio, signor presidente!”

Maurizio Belpietro

Giorgio Napolitano

ROMA – “Un capo dello Stato non ha nulla da temere. Non rischia la poltrona in quanto non è eletto: anche se scontentasse qualcuno, a fine mandato avrebbe sempre il posto da senatore a vita assicurato. Dunque non deve badare ai sondaggi e agli umori degli elettori. Lei è nella condizione ideale per prendere una decisione, e la decisione che le chiedo é quella di tagliare i costi del Quirinale. Non l’uno per cento fra due o tre anni, ma il dieci subito”.
Lo scrive, in una lettera indirizzata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e pubblicata in prima pagina su Libero, il direttore del quotidiano, Maurizio Belpietro, indagato per vilipendio al Capo dello Stato in relazione alla vignetta e al titolo ‘Assedio ai papponi di stato’ con cui si apriva l’edizione di ieri del giornale.
“Rinunci a qualche auto, ai collaboratori, agli aumenti, riduca le spese generali. Insomma, sfoltisca tutto ciò che può sfoltire. Lei è il capo dello Stato, cioé il rappresentante di tutti noi italiani. Dia l’esempio, signor presidente. Vedrà che altri seguiranno”, scrive Belpietro.
“Il Paese gliene renderà merito: sarà considerato il primo politico che ha avuto il coraggio di stringere la cinghia. E, sia detto con il dovuto rispetto, in un Paese di onorevoli papponi non è cosa da poco”.
“Non voglio darle dispiaceri, né farle andare di traverso il cappuccino. Tanto meno mancarle di rispetto: se le è parso che così fosse, anzi, me ne scuso”, si legge ancora nella lettera.
“Il problema è che il nostro Paese è vissuto per troppo tempo al di sopra delle proprie possibilità. I governi hanno speso a mani basse pur di mantenere il consenso. Senza mai preoccuparsi di dove trovare le risorse, hanno comprato il favore degli elettori, con il risultato che oggi ci troviamo uno dei debiti pubblici più alti del mondo e la prospettiva piuttosto concreta di una bancarotta nazionale”.

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