Ventidue senatori del Pdl minacciano di non votare la manovra se contenesse la liberalizzazione delle professioni

Abolizione Ordini: il Governo ci riprova, ma è rivolta

ROMA – Ventidue senatori del Pdl hanno scritto una lettera al presidente del Senato, ai presidenti del gruppo Pdl di Palazzo Madama e della commissione Bilancio per dire no alle liberalizzazioni degli ordini professionali.
L’inserimento della misura nella manovra sarebbe ostacolata da avvocati e notai del Pdl, che avrebbero minacciato di non votare il provvedimento se dovesse contenere le norme relative alle professioni. Governo e maggioranza sarebbero quindi al lavoro per superare questo ostacolo.
”I sottoscritti senatori della Repubblica – si legge nel testo reso noto da Luigi D’Ambrosio Lettieri – esprimono profonda preoccupazione e totale contrarietà per la volontà del governo di procedere a una liberalizzazione delle professioni intellettuali, che arrecherebbe grave pregiudizio per alcuni diritti costituzionalmente sanciti e minerebbe i principi fondamentali quali la garanzia della competenza, l’indipendenza dei professionisti e il controllo etico”. Avvocati e notai del Pdl avrebbero minacciato in caso di inserimento della misura nella manovra di non votare il provvedimento.
“Le professioni – sostengono tra l’altro i senatori – devono essere coinvolte in un processo riformatore di ammodernamento che, tuttavia, non destrutturi il sistema, consegnandolo a logiche capitalistiche di mercato, con la conseguenza di destabilizzare uno dei piu’ antichi e solidi comparti economici del Paese”.
“La rimozione degli ostacoli all’attività economica dei cittadini -continuano- è certamente un tema importante, che tuttavia non va confuso con interventi astratti di natura meramente ideologica. Non è colpendo le professioni, i relativi Ordini e la loro funzione di controllo a garanzia dei cittadini che si creano nuove opportunità di sviluppo”.
I senatori del Pdl concludono sottolineando che “il Paese ha un urgente bisogno di riforme strutturali capaci di generare sviluppo, competizione e occupazione in una logica che garantisca l’efficienza e l’economicità, nel rispetto dei principi di universalità, solidarietà ed equità.
L’ipotesi di riforma in argomento sembra pregiudicare questi obiettivi e rischia di essere il frutto di una spinta emotiva ingiustificata che allontanerebbe il nostro Paese da quegli standard di efficienza che vengono garantiti dagli esercenti le professioni intellettuali i cui Ordini richiedono un ammodernamento e non certo una inutile e dannosa deriva liberalizzatrice”.
Governo e maggioranza sarebbero quindi al lavoro per superare questo ostacolo, mentre è critica l’opposizione. Per Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati del Pd, “gli avvocati Pdl pensano soltanto ai fatti loro”.
“E’ la conferma che il Pdl è un partito di irresponsabili” tuona il deputato del Pd Antonio Misiani, mentre per il capogruppo Pd in commissione Attivita’ produttive, Andrea Lulli nel “Pdl ci sono troppi amanti dei privilegi”
Di “difesa della corporazione” parla il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro.
”E’ la difesa della corporazione che antepone i propri interessi a quelli dei cittadini. Noi dell’Idv – aggiunge – abbiamo presentato un emendamento al riguardo che interessa sempre l’avvocatura. Pensiamo infatti che sia necessario dare la possibilità anche ai giovani avvocati di far carriera e di potersi misurare senza dover necessariamente passare attraverso l’imbuto di studi legali blasonati, che diventano importanti solo per le parcelle esose”.

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