
Mons. Giuseppe Fiorini Morosini, vescovo-giornalista di Locri-Gerace
LOCRI (Reggio Calabria) – Dopo aver ascoltato la sentenza di I grado sulla strage di Duisburg, episodio drammatico di una triste faida che ha insanguinato la comunità di San Luca, il nostro primo pensiero va alle vittime di quella assurda tragedia, costruita su di una ancora più assurda faida iniziata per uno scherzo di carnevale non tenuto a freno dalla ragione e dalla fede cristiana.
Noi piangiamo ancora le giovani vittime, rapite con violenza all’affetto dei loro cari. Ma piangiamo anche su tanti giovani condannati all’ergastolo, il cui vivere oggi può avere un solo senso: quello di piangere il male fatto, ravvedersi e giungere cristianamente alla conversione, riparazione e alla richiesta di perdono.
Siamo vicini alle famiglie sia dei morti, sia dei condannati, sia di chi è stato ingiustamente infangato, esortando tutti alla riconciliazione e al perdono: un percorso da alcuni già intrapreso il giorno stesso dei funerali.
La comunità di San Luca saprà far tesoro di questa triste, drammatica e crudele esperienza per voltare decisamente pagina e guardare così con speranza ad un futuro migliore?
Da credenti pensiamo di sì, perché i segnali di speranza ci sono. Il mio impegno in prima persona, quello del parroco e dell’intera comunità parrocchiale, è deciso e continuo; non ci stiamo risparmiando nell’esortare a ritornare sui passi del Vangelo: e questo è il segnale più forte. Non posso non ricordare in questo momento le riflessioni dettate da me al popolo la notte tra il Venerdì e il Sabato Santo durante la tradizionale “chiamata della Madonna”.
I colloqui intrapresi da me e dal parroco da due anni con gli uomini e l’anno scorso con i giovani in occasione della festa della Croce a Polsi, e che hanno visto un momento forte nella celebrazione della Santa Messa solo per loro il giorno di Pasqua, continueranno, tracciando sentieri di riconciliazione e di pace, oltre che di cambiamento culturale per come affrontare la vita e misurarne i valori.
I colloqui intrapresi da me e dal parroco da due anni con gli uomini e l’anno scorso con i giovani in occasione della festa della Croce a Polsi, e che hanno visto un momento forte nella celebrazione della Santa Messa solo per loro il giorno di Pasqua, continueranno, tracciando sentieri di riconciliazione e di pace, oltre che di cambiamento culturale per come affrontare la vita e misurarne i valori.
Ci consola anche il fatto che nei percorsi formativi in preparazione ai sacramenti, i ragazzi e i giovani ascoltano l’invito e riflettere sulla non-convenienza umana a percorrere i sentieri del male: delinquere con conviene ancor prima che per motivi morali, per calcolo di felicità umana. Quando è posta in gioco la libertà personale e la lontananza dagli affetti più cari, e il carcere o la latitanza sono tali, meglio rimanere nell’alveo della legalità.
Ci auguriamo che i media aiutino questi segnali di speranza; non li uccidano con i luoghi comuni con i quali si criminalizza l’intera popolazione; non scoraggino con la diffidenza e l’ostilità le persone che vogliono seguire percorsi di riabilitazione; abbiano fiducia e sostengano i processi di conversione. La Chiesa scommette tutto su questa speranza.
Ci auguriamo che i media aiutino questi segnali di speranza; non li uccidano con i luoghi comuni con i quali si criminalizza l’intera popolazione; non scoraggino con la diffidenza e l’ostilità le persone che vogliono seguire percorsi di riabilitazione; abbiano fiducia e sostengano i processi di conversione. La Chiesa scommette tutto su questa speranza.
Ringraziamo magistrati e forze dell’ordine per il lavoro faticoso e rischioso svolto e che ha condotto a questo traguardo.
Giuseppe Fiorini Morosini
Vescovo di Locri-Gerace