Il centrodestra che conta al I Congresso dell’associazione Lettera 22. Paolo Corsini confermato presidente

“No alla repubblica dei conduttori di talk show”

Paolo Corsini

Augusto Minzolini

ROMA – A tre anni dalla sua fondazione, si è tenuto a Roma il primo Congresso dell’associazione Lettera22, sul tema “Informazione libera, egemonie dominanti e anticonformismo delle idee”.
Hanno partecipato, tra gli altri, i giornalisti Clemente Mimun (direttore del Tg5), Augusto Minzolini (direttore del Tg1), Mario Sechi (direttore de Il Tempo), Angelo Mellone, Gianni Scipione Rossi, Claudio Tedeschi, Fabio Torriero, Piero Vigorelli, Marcel Vulpis. Sono intervenuti esponenti della società civile come: Giovanni Centrella (segretario Ugl), Pier Francesco Pingitore, Luciano Lucarini, Vincenzo Pepe (Fare Ambiente), Federico Fazzuoli, Giampaolo Rossi.
Hanno dato il loro contributo esponenti politici quali il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, Maurizio Gasparri, Giorgio Straquadanio. All’incontro sono intervenuti anche i ministri Giorgia Meloni e Gianfranco Rotondi, i parlamentari del Pdl Marcello de Angelis, Debora Bergamini, Anna Maria Bernini, Giorgio Lainati, Mario Landolfi, Alfredo Mantovano, Gaetano Quagliariello, Barbara Saltamartini, Mario Valducci.
“Non possono definirci nè berlusconiani nè antiberlusconiani – ha esordito, dando il via al congresso, il presidente Paolo Corsini (consigliere nazionale Fnsi) – e questo perché non siamo portatori d’acqua di nessuno”.
Tra i più bersagliati, negli interventi sul palco della Sala delle Conferenze di piazza Monte Citorio, Michele Santoro. “Mentre il governo arrestava banditi – ha detto il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, bacchettando le apparizioni ad Annozero di Ciancimino junior – c’era chi li mostrava in tv”.
Santoro finisce anche nel mirino di Piero Vigorelli, ex direttore del Tg5 e attuale presidente di Telecom Italia Media Broadcasting (Timb). “Ha mandato a quel paese più e più volte il direttore generale della Rai senza che gli accadesse nulla”, ha sottolineato puntando inoltre il dito “contro la legge sulla par condicio”.
L’assise di “Lettera 22” è stata definita “un luogo di grande liberazione” da Gianni Alemanno. “Qui – ha esordito – ci si sfoga”, prima di fare il punto “su un pluralismo che – a detta del primo cittadino della Capitale – non è affatto equilibrato”. Dello stesso avviso Gasparri. “C’è – ha affermato – una oggettiva disparità. La rivendicazione del pluralismo è giusta, una battaglia che va portata avanti mettendoci la faccia, come Lettera 22 sta facendo”. Il mondo dell’informazione, ha sostenuto, “è governato da regole da Unione Sovietica”.
Nel mirino Santoro e non solo. Anche Repubblica non è al riparo dagli attacchi. “Il giornalismo si è trasformato nelle prosecuzione della politica con altri mezzi. Ormai Repubblica detta l’agenda setting di tutti i media e dell’opposizione”, avverte Giorgio Stracquadanio. Qualche esempio? “Bersani – ha sottolineato il deputato Pdl – non era il grande liberalizzatore? Chi gli ha detto di votare sì contro la privatizzazione dell’acqua?”.
Agostino Saccà approfitta del primo congresso di Lettera 22 per “togliersi qualche sassolino dalla scarpa”. “Un’azionista – racconta con riferimento ai tempi in cui perse la poltrona di direttore generale – mi disse che c’era un signore che non mi voleva, in barba ai conti risanati e ai patti, tutti leciti, rispettati con rigore. Le ragioni erano politiche. Questo – ha tuonato – è cinismo, e di cinismo la politica muore”.
Saccà ha poi parlato di “un Dio nascosto che protegge la Rai: ha 13 canali digitali fatti nella piena inconsapevolezza, eppure fanno più ascolti di Sky, in barba ai continui cambi di guardia alla direzione generale. Proteggiamo la Rai – ha proseguito – che può essere un importante volano per l’economia. Non si investe più in cinema, tv, teatro. Eppure ci sono 800 milioni di euro evasi che possono dare nuova linfa alla tv pubblica”.
Il congresso ha rinnovato i vertici di Lettera 22: Paolo Corsini è stato confermato presidente, eletti consiglieri Lorenzo Di Dieco, Marco Ferrazzoli (consigliere nazionale Fnsi), Graziella Giangiulio, Gennaro Sangiuliano. Approvato il bilancio 2010 e presentate le modifiche allo Statuto. “Quella di oggi – ha commentato Corsini – è stata una giornata di riflessione che è diventata una giornata di azione.
La battaglia continua perchè esiste un sistema culturale e dell’informazione dominante che può creare dei miti come Roberto Saviano, erigere a dignità di protagonista Massimo Ciancimino. L’Italia sta diventando una Repubblica dei conduttori di talk show che non hanno alcuna investitura democratica. La nostra sfida è quella di far crescere anche nel nostro Paese un’informazione di qualità che rifiuti ogni etichetta”.

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