La collaboratrice ucraina del colonnello Gheddafi ha chiesto asilo politico in Norveglia

L’infermiera “perseguitata” dai giornalisti

Galina Kolotnitska e Muammar Gheddafi

OSLO (Norveglia) – L’ex infermiera ucraina del leader libico Muammar Gheddafi, Galina Kolotnitska, ha chiesto asilo politico in Norvegia, Paese dove attualmente risiede.
“Le ragioni invocate dalla collaboratrice del colonnello non sono ancora note”, ha spiegato alla France Presse, Siv Alsen, portavoce dell’Agenzia di sicurezza norvegese (Pst).
Il ruolo di Galina Kolotnitska, riferisce TmNews, è emerso in tutte le molteplici sfaccettature dai dispacci diplomatici inviati dall’ambasciata Usa di Tripoli e diffusi da WikiLeaks, nei quali si annotava come Gheddafi non poteva neppure viaggiare senza la “bionda voluttuosa” al suo fianco.
Sotto choc per le violenze in Libia, l’infermiera era rientrata in Ucraina a febbraio. Un mese dopo l’agenzia russa Interfax aveva reso noto che la donna aveva lasciato Kiev, perché perseguitata dai giornalisti.
Sulle vere cause della sua scelta, però, l’Agi spiega che l’infermiera personale di Gheddafi è rientrata in patria alla fine dello scorso mese di febbraio, pochi giorni dopo lo scoppio della rivolta in Libia ma soltanto perché incinta per la seconda volta.
Lei stessa avrebbe, però, desiderato tornare a Tripoli anche se per mere ragioni economiche: a Kiev la donna, una 38enne descritta dalla stampa come una “bionda voluttuosa”, doveva campare con 70 euro al mese; a Tripoli prendeva invece l’equivalente di quasi 2.500 euro.

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