Con i 22 corrispondenti esteri invitati, da Berlusconi attacchi alla magistratura “sovversiva”

Niente barzellette alla cena con i giornalisti

Il Grand Hotel Parco dei Principi, a Roma

ROMA – E’ durata quasi quattro ore la cena tra Silvio Berlusconi e ventidue giornalisti della stampa estera presso l’Hotel Parco dei Principi, a un passo da Villa Borghese. Niente battute a effetto, riferiscono alcuni partecipanti, ma la disponibilità del presidente del Consiglio a un confronto sull’attualità politica e il futuro del suo governo.
Nel colloquio, Berlusconi ha confermato che è sua intenzione arrivare alla fine della legislatura portando i numeri della maggioranza a Montecitorio ad almeno 330 deputati. Poi è tornato a definire “sovversiva” la magistratura con la quale ha iniziato un ennesimo braccio di ferro nei processi che lo vedono attualmente imputato con accuse a suo parere prive di fondamento.
Berlusconi, riferiscono i giornalisti presenti alla cena, si è espresso anche sull’attualità della politica estera e della vicenda migranti che vede l’Italia isolata nel contesto europeo. Sulla Libia la posizione italiana resta quella delineata dalla risoluzione dell’Onu che ha motivato l’intervento armato per difendere i civili.
Sull’emergenza immigrazione, il premier ha detto di aver apprezzato il colloquio telefonico con José Manuel Barroso, in cui il presidente della Commissione europea si è impegnato a sostenere la posizione italiana nei confronti del governo di Tunisi (rimpatri in cambio di aiuti economici e richiesta di pattugliamento della costa), ma ha aggiunto che deve far riflettere la scarsa solidarietà europea nel gestire il flusso migratorio con pochi precedenti di queste settimane.
Il premier ha risposto anche alle domande sul caso Ruby ribadendo di essere oggetto di imputazioni fasulle che danneggiano l’immagine internazionale dell’Italia. Quanto al proprio futuro politico, Berlusconi ha spiegato che non punta alla presidenza della Repubblica: il candidato al Quirinale del centrodestra resta il sottosegretario Gianni Letta. Alla guida del Pdl il suo miglior erede – ha proseguito il premier – è l’attuale guardasigilli Angelino Alfano.
Berlusconi ha anche difeso la candidatura di Mario Draghi, attuale governatore della Banca d’Italia, a prossimo presidente della Banca Centrale Europea. Sui rapporti con la Francia, si è detto, infine, convinto che il prossimo vertice bilaterale con il presidente Nicolas Sarkozy (si terrà a Roma il prossimo 26 aprile) riporterà alla normalità le relazioni tra i due paesi.
Ieri sera non sono mancate le polemiche da parte dei giornalisti esclusi dalla cena, come Sabina Castelfranco, corrispondente di “Al Jazeera” e “Cbs”. Fonti di Palazzo Chigi hanno precisato a questo proposito che l’incontro non è stato organizzato dalla presidenza del Consiglio: il premier ha risposto a un invito di alcuni corrispondenti della stampa estera.
Alla Camera continua, intanto, l’aspro confronto tra maggioranza e opposizione sul processo breve. Ieri la seduta si è conclusa in tarda serata. I deputati di Pdl e Lega, insieme a molti ministri, non hanno mai abbandonato l’Aula per non lasciare il varco a qualche voto procedurale a sorpresa chiesto dall’opposizione. Il voto finale sul disegno di legge è previsto per oggi entro le 21.
L’ultima parte della seduta serale di ieri è stata caratterizzata dalle polemiche di Pdl e Lega contro Rosy Bindi, vice presidente della Camera che presiedeva il dibattito, per aver concesso ai deputati dell’opposizione di svolgere interventi di 15 secondi a titolo personale.

 “Lei si è assunta la responsabilità di una gravissima violazione del regolamento travalicando il contingentamento dei tempi. Ha violato il regolamento. La sua decisione non deve costituire un precedente”, ha detto Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl.
Stessa posizione motivata in Aula da Marco Reguzzoni, capogruppo della Lega. 

Immediata la replica di Rosy Bindi: “Sono molto serena per la mia scelta, che per altro non ho fatto da sola. Questa decisione è stata assunta con il presidente della Camera. 

Spero che un giorno qualcuno faccia riferimento a questo precedente a tutela del nostro Parlamento”.
Dario Franceschini, capogruppo del Pd, ha difeso la scelta della vicepresidente di Montecitorio: “L’attacco alla Bindi e gli insulti che le vengono mossi da questa maggioranza che ha scelto di calpestare le regole sono intollerabili. La decisione della presidenza è stata intelligente e ha consentito ai deputati l’esercizio del diritto di manifestare la propria opinione”.

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