
La Giuria, presieduta dall’on. Fausto Bertinotti, così ne ha ufficializzato la motivazione: “Per aver saputo coniugare, in forma divulgativa, decisa ed efficace, la denuncia del mancato rispetto delle regole sul lavoro in edilizia, l’emigrazione intra-nazionale, l’affrancamento dai contesti della malavita organizzata. La tragica cronaca famigliare quale spunto per una articolata riflessione su «la strage silenziosa» delle morti sul lavoro. Puntualità nelle testimonianze e nella disamina dei dati”.
Conquista il secondo premio, Antonio D’Amore, direttore del quotidiano teramano La Città, con “Una giornata da manovale”, amaro e sferzante resoconto di una giorno di lavoro da migrante clandestino, con questo giudizio:
“Per avere rappresentato con rara puntualità, attraverso la formula ritmica del diario, le distanze e le differenze fra «lavoro e schiavitù», in un cantiere di provincia dell’Italia Centrale, nel gennaio 2011. Clandestinità, «impalcature approssimative», venti euro di salario giornaliero e tanto, tanto, tanto silenzio. Questo il contesto di lavoro della Nazione «incivile». Pregevole la capacità di evocare suggestioni e di formulare denunce circostanziate”.
Assegnate, per la qualità delle candidature (23 provenienti da tutt’Italia nelle diverse tipologie ammesse al premio), anche due Menzioni Speciali, con premi a cura del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, rappresentato, per l’occasione della cerimonia, dal presidente Enzo Iacopino.
La prima delle due Menzioni è andata ad Ornella Bellucci con l’inchiesta “Terre Emerse”, servizio radiofonico andato in onda su Rai Tre, sulla condizione di lavoro delle donne pugliesi in agricoltura. Sempre su carta, come per i due premi, la seconda Menzione Speciale dal titolo “Schiavi e Padroni nelle Rosarno d’Italia”, di Alessandro Leogrande, pubblicato su “Il Mese di Rassegna Sindacale”.
La prima delle due Menzioni è andata ad Ornella Bellucci con l’inchiesta “Terre Emerse”, servizio radiofonico andato in onda su Rai Tre, sulla condizione di lavoro delle donne pugliesi in agricoltura. Sempre su carta, come per i due premi, la seconda Menzione Speciale dal titolo “Schiavi e Padroni nelle Rosarno d’Italia”, di Alessandro Leogrande, pubblicato su “Il Mese di Rassegna Sindacale”.
Il premio giornalistico è stato istituito in occasione del centenario della nascita di Pietro Di Donato (3 aprile 1911). Lo scopo è per far accrescere in tutti i settori la sensibilità nei confronti della sicurezza in ambiente di lavoro e di far mantenere alta l’attenzione dei cittadini su questo tema di drammatica attualità attraverso un’azione capillare e permanente di sensibilizzazione e di informazione e nello stesso tempo di far conoscere l’opera e l’impegno civile dello scrittore italo-americano Pietro Di Donato.
Patrocinato dal Presidente della Repubblica e sostenuto dall’Inail, dalla Fondazione Carichieti, dall’Anci, da Ancitel e dal Consiglio Nazionale dei Geometri.
La Giuria del Premio Pietro Di Donato è stata composta da Fausto Bertinotti, presidente della Fondazione Camera dei Deputati e presidente di Giuria, da Tiziano Treu, senatore della Repubblica e già Ministro del Lavoro, da Silvano Moffa, deputato alla Camera e presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, da Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine dei giornalisti, da Lucia Annunziata, giornalista della Stampa e di Raitre, e da Marcello Di Martino, Sindaco di Taranta Peligna. La segreteria organizzativa è stata curata dal Comune di Taranta Peligna.