L’annuncio di Julian Assange in diretta sul sito dell’Espresso. Attacco anche al New York Times

Wikileaks: guerra a Murdoch e ai media italiani

ROMA – “Murdoch ci attacca, il New York Times è contro di noi” e la situazione dei media italiani “è molto fosca”. In diretta sul sito dell’Espresso il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, non ha risparmiato critiche dopo l’esperienza fatta con i suoi cablogrammi.
“News Corporation, che possiede tra gli altri Sky, FOX, il Times di Londra e il the Wall Street Journal, è contro di noi – ha detto Assange rispondendo alle domande dei lettori – in parte perchè non è stato coinvolto nel nostro lavoro, in parte a causa dei suoi vari tentativi in varie parti del mondo di convincere e fare pressione sui governi in modo da ottenere buoni accordi per le licenze tv”.
Per quanto riguarda il New York Times Assange senza peli sulla lingua ha detto che “Bill Keller, il caporedattore, fa parte di una cospirazione per rubare i cable al Washington Post”.
Per quanto riguarda l’Italia Assange h affermato che “la situazione dei media è molto fosca per le televisioni, e la maggior parte degli italiani ne è consapevole”.
Il fondatore di WikiLeaks ha anche parlato del ruolo del suo sito nelle rivolte in Medio Oriente e in Nord Africa: “La storia del nostro coinvolgimento nel Medio Oriente e in Nord Africa è lunga e affascinante” ha detto.
“Abbiamo cominciato a pubblicare cable sulla regione a partire dall’inizio di dicembre. In particolare, lo abbiamo fatto attraverso i nostri partner arabi, al-Akhbar e al-Masry al-Youm al Cairo”.
“E’ stato creato un sito, Tunisleaks – ha raccontato Assange – per poter tradurre il materiale anche in francese. Il governo tunisino ha censurato sia noi che al-Akbar ed è cominciata una guerra di hacker che ha coinvolto anche l’Arabia Saudita. Al-Akhbar è stato attaccato tre volte, in quello che è sembrato un attacco voluto e promosso dallo Stato. A quel punto alcuni hacker nostri amici hanno re-diretto i siti del governo tunisino a Wikileaks e così sono emersi i cable sul regime di Ben Ali. Poi, il 16 dicembre, un tecnico informatico di 26 di Tunisi si è autoimmolato, producendo un fortissimo impatto emotivo delle offese crescenti del regime. Eventi simili si sono verificati nel nostro coinvolgimento in Egitto”.

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