Appello del Sngci per salvare Cinecittà e garantire il massimo dell’informazione sul settore

Giornalisti non spegnete i riflettori sul cinema

Laura Delli Colli

ROMA – «No alla chiusura, no ad ogni rischio di ridimensionamento per Cinecittà: non è neanche immaginabile che un patrimonio di valore storico non solo per il cinema e per la cultura sia condannato dai tagli che stanno mettendo in ginocchio ogni attività paradossalmente insignita di un valore di interesse culturale nazionale».
Così i giornalisti cinematografici del Sngci si uniscono alle proteste dopo l’allarme lanciato dall’amministratore delegato di Cinecittà Luce, Luciano Sovena, subito condiviso anche dal presidente Roberto Cicutto.
«Nel mondo – afferma per i giornalisti cinematografici il presidente, Laura Delli Colli – ci sono solo due “marchi” che esprimono la grandezza e la storia del cinema: Hollywood e Cinecittà. Non è neanche immaginabile che un luogo simbolo della cultura e dell’Italia nel mondo, oltre l’eco internazionale dei successi che hanno reso grande la fama di film e dei nostri autori, sia messa nella condizione di svendere un patrimonio inestimabile.
Ben vengano le strategia di razionalizzazione e i risparmi ma non può essere ancora una volta il cinema a pagare il conto di sprechi e restrizioni che già fermano ogni attività strategica e limitano gli investimenti produttivi paradossalmente in una stagione di forte crescita per un intero comparto industriale».
Il Sngci invita i giornalisti iscritti al Sindacato a garantire il massimo dell’informazione su provvedimenti che preannunciano l’ennesimo attacco ad un patrimonio da presenvare ricordando che «fermare Cinecittà Luce significherebbe spegnere i riflettori sul cinema più giovane, proprio quello, meno tutelato, delle opere prime che Cinecittà, per esplicita mission, deve produrre e distribuire».
Cinecittà Luce rischia, infatti, di chiudere per il drastico taglio dei finanziamenti, per il 2011 pari a 7,5 milioni di euro, come ha denunciato Luciano Sovena, amministratore delegato del «marchio audiovisivo più prestigioso d’Italia e tra i più antichi del mondo, sicuramente più dello stesso Disney», come l’ha definito, nato dalla fusione di Cinecittà Holding e Istituto Luce con l’incorporazione di Filmitalia.
Come si legge su Cinecittà News, il 4 marzo scorso è avvenuto l’incontro al ministero per lo Sviluppo Economico per avviare lo stato di crisi, al quale ha partecipato anche il direttore generale cinema del Mibac, Nicola Borrelli. Il sottosegretario Francesco Maria Giro all’Ansa ha dichiarato: «La settimana prossima dovremmo affrontare il caso Cinecittà che in questi due anni ha risanato i propri conti e riqualificato la propria missione aziendale. Ma con il taglio previsto del Fus che la riguarda, che passa da 14 a 7-8 milioni, rischia di dover di fatto bloccare le proprie attività e questo sarebbe difficilmente comprensibile in Italia ma anche all’estero proprio nel momento in cui il cinema italiano sta vivendo una forte ripresa. Cinecittà è un patrimonio che ci distingue nel mondo che dobbiamo preservare».
Anche i Centoautori dicono la loro a sostegno di Cinecittà: «I fondi finora elargiti dal governo a Cinecittà sono serviti solo a pagare gli stipendi dei dipendenti, mentre è ferma qualsiasi attività strategica – ha detto il regista Maurizio Sciarra – Privatizzare l’archivio del Luce sarebbe come privatizzare la Biblioteca Nazionale, si tratta di un patrimonio che appartiene agli italiani e al mondo intero». Borrelli ha precisato che l’intenzione è «avviare una strategia di razionalizzazione e rilancio» e che «non non si è mai parlato dell’idea di chiudere Cinecittà».
La forte preoccupazione di Sovena appartiene anche al presidente di Cinecittà Luce e da Francesco Gesualdi, che sottolineano come Cinecittà Luce spa abbia subìto un’impressionante parabola discendente: i 29 milioni di euro del 2004 sono diventati 27 milioni nel 2005 e 17,2 milioni nel 2010. A rischio, con l’archivio che raccoglie la documentazione audiovisiva dell’Italia dal ‘23 a oggi, lo sono anche il sostegno alle opere prime e seconde, la documentaristica e la promozione del cinema italiano all’estero, oltre al quotidiano online Cinecittà News. Nella società lavorano 120 dipendenti e Sovena ipotizza lo spostamento di una parte del personale verso il Mibac e l’intensificazione degli accordi imprenditoriali.

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