
Letizia Gonzales
MILANO – Il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, Letizia Gonzales, dopo aver visto la seconda puntata sul corpo delle donne, mandata in onda la sera dell’otto marzo da Striscia la Notizia, si dichiara indignata dalla manipolazione che è stata fatta di una notizia inesistente, tratta da una specie di sondaggio sull’uso del corpo delle donne nei loro giornali, mandato nei giorni scorsi alle giornaliste dei gruppi editoriali di Repubblica, l’Espresso, Mondadori e Condè Nast.
“Il quesito inviato alle colleghe – spiega Letizia Gonzales – è contenuto in una scheda che assomiglia a quella di un referendum autonomamente indetto, con la grave scorrettezza di assimilare le mancate risposte al no. Il sondaggio, così come è formulato, non ha alcun valore scientifico.
In ogni caso, l’iniziativa poteva avere un significato se avesse riscosso un’alta adesione spontanea da parte delle persone interpellate, cosa che evidentemente non è avvenuta. Siamo, quindi, in presenza di un’operazione strumentale finalizzata a un attacco indiscriminato alla stampa che utilizza a questo scopo le giornaliste, indicate come disponibili a cedere sui temi etici, in cambio di garanzie economiche.
Gli autori di Striscia la notizia – denuncia il presidente dell’Odg Lombardia – sembra non sappiano che sono anni che le giornaliste propongono di cessare l’uso massiccio dell’anatomia femminile e quello stereotipato dell’immagine della donna, come appare in Tv e su molti giornali”.
Ritenendo “grave che si utilizzi una trasmissione di grande audience per l’attacco indiscriminato a un’intera categoria professionale, con l’aggravante della discriminazione sessista (gli uomini non sono chiamati in causa), Letizia Gonzales esprime la sua personale solidarietà, come donna e giornalista, a Laura Rodotà ed a tutte le colleghe dei gruppi editoriali “coinvolte come alibi a sostegno di una vergognosa manipolazione che vuole dimostrare l’indifferenza delle giornaliste verso i temi trattati nella grande manifestazione del 13 febbraio.
Dispiace – sottolinea il presidente dell’Ordine dei giornalisti lombardi – che chi fa spettacolo e vuole audience svilisca a tal punto un dibattito interessante e vivace che ha coinvolto un numero molto alto di persone in un momento in cui proprio le donne vivono con grande fatica e sacrificio – giornaliste incluse – i tempi difficili della crisi”.