In una breve apparizione, il colonnello accusa di complotto i “Paesi colonialisti”

Gheddafi in tv: l’Occidente contro la Libia

Muammar Gheddafi

TRIPOLI – L’Occidente ha ordito un “complotto” contro la Libia per controllare i suoi giacimenti di petrolio. E Al Qaida sta provando a infilarsi nella rivolta, facendo “il lavaggio del cervello” ai ribelli; e se l’organizzazione terroristica riuscirà a “impossessarsi” della Libia, “il caos si estenderà in tutta la regione fino a raggiungere Israele”.
In una breve apparizione alla televisione di Stato, diffusa questa notte, Muammar Gheddafi ha additato con precisione i suoi principali nemici: “i paesi colonialisti” che “hanno ordito un complotto per umiliare il popolo libico, ridurlo in schiavitù e controllare il petrolio”; la rete terroristica di Osama Bin Laden che ha armato la mano dei ribelli, ha fatto loro “il lavaggio del cervello”, ha spinto i libici a impugnare le armi contro i loro fratelli. Nella notte, il colonnello aveva già accusato gli occidentali di avere ordito “un complotto per una nuova colonizzazione” della Libia.
Intanto, la situazione sul terreno è ancora quella di una guerra civile.
Il regime libico ha dispiegato circa 50 carri armati e decine di pick-up carichi di militari per riconquistare la città di Zawiyah, circa 50 chilometri a ovest di Tripoli. Sebbene diverse fonti sostengono che i ribelli siano stati sconfitti, i rivoltosi affermano di avere ancora il controllo sul centro della città. La televisione britannica Sky News riferisce di una città sotto assedio, dove “le forze del colonnello Muammar Gheddafi sparano su manifestanti pacifici”.
A Misurata, inoltre, i ribelli stanno resistendo fieramente alla controffensiva delle truppe del colonnello, così come a Zenten, città a circa 120 chilometri da Tripoli controllata dall’opposizione ma presa d’assedio dalle truppe del rais.
Sul piano diplomatico, continuano i colloqui tra i leader mondiali sulla strategia da adottare. Ieri il presidente americano Barack Obama e il premier britannico David Cameron hanno ribadito che una no-fly zone in Libia è fra le misure allo studio da parte dei due Paesi e dei loro alleati.
“Il presidente e il primo ministro si sono trovati d’accordo sulla prosecuzione della pianificazione, anche alla Nato, di tutta la gamma di possibili risposte” alla crisi libica, cioè “sorveglianza, assistenza umanitaria, applicazione dell’embargo sulle armi, e no-fly zone”, ha precisato la Casa Bianca in una nota.

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