TORINO – Il “Quotidiano in classe” quest’anno compie 10 anni. Coinvolge 1 milione e 800.000 studenti italiani delle scuole superiori su un totale di 2 milioni e 300.000, pari al 70%, e 44 mila e 490 docenti. Nel 2001, primo anno dell’iniziativa promossa dall’Osservatorio Permanente Giovani Editori, gli studenti coinvolti erano 97.000, i docenti 2.100. Al progetto, di cui si è discusso oggi a Torino, collaborano 16 testate nazionali, 31 fondazioni bancarie (all’incontro odierno c’era anche Giuseppe Guzzetti, presidente Acri, l’Associazione delle Casse di Risparmio italiane) e grandi sponsor privati come Eni.
“Oggi di rado i lettori vanno ai giornali, sono i giornali che devono andare ai lettori – ha detto Massimo Gramellini, vicedirettore de La Stampa – ai giovani bisogna passare l’idea che del giornale si ha bisogno come del caffé al mattino per vivere meglio la giornata, perché caffé e giornali sono riti e l’uomo ha bisogno di riti”. “Da 10 anni, centinaia di migliaia di studenti leggono in classe tre quotidiani alla settimana sviluppandone con i docenti i temi, dai più seri ai più giocosi – ha spiegato Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio Permanente Giovani Editori – e considerato il successo dell’iniziativa, pensiamo di allargare ulteriormente i nostri confini. Tutti gli attori di questo progetto credono in alcuni punti fermi, primo tra tutti che educare alla lettura dei giornali significa aumentare il senso critico, l’autocritica, la capacità di leggere il mondo, la capacità di approfondire in un sistema globale sempre più veloce, sviluppare il valore della profondità, del pensiero democratico, dell’anticonformismo, allargare il lessico (l’Accademia della Crusca rileva come gli studenti usino solo l 18% del lessico). Ma anche che leggere e capire – ha concluso – vuol dire divertirsi di più ed essere padroni di sé”.
Compie 10 anni l’iniziativa “Quotidiano in classe” promossa dall’Osservatorio Permanente Giovani Editori