
Valentina Antonello

Paolo Garimberti
ROMA – Un premio giornalistico, per i precari Rai, intitolato all’ex direttore del Tg 3, Sandro Curzi, che il mestiere lo viveva con passione e senza “scendere a compromessi” come ricorda la moglie, Bruna Bellonzi. E’ stato consegnato, stamani, alla vincitrice Valentina Antonello (35 anni, nata a Padova e giornalista professionista dal 2001) per un servizio sulle carceri rosa su Italia news. Presenti, tra gli altri, il presidente Paolo Garimberti e Nino Rizzo Nervo, consigliere di minoranza Rai che con Curzi, storico direttore del Tg3, ha lavorato a lungo.
Nel ricordare Curzi, ha detto Rizzo Nervo, resta una “curiosità: cosa farebbe oggi se fosse qui, con alcune situazioni nelle quali ci troviamo – Tg con notizie non date o un’azienda che sembra remare contro se stessa? Credo che apparirei io come moderato…”. Quindi Garimberti, che plaude al premio perché “quello dei precari è un problema serio”. Fu grazie a Curzi, ricorda il presidente, “che partì la mia collaborazione con la Rai. Era la fine degli anni ‘80, un periodo in cui poi è successo di tutto, lui mi vide in altre Tv e iniziai a collaborare per il commento di politica estera: 46 giorni molto intensi, lavoravo anche a Repubblica, e alla fine Cuore – bontà sua – in una vignetta con Robert Redford – scrisse «Garimberti liberato»…ma Curzi mi ha aperto una strada e mi ha fatto provare un’esperienza giornalistica di grande intensità”.
Garimberti ha aggiunto che “pluralismo e contraddittorio sono due cose diverse” ed “è profondamente sbagliato” invocare il secondo per ogni cosa. “Il pluralismo – ha spiegato Garimberti – non è la stessa cosa del contraddittorio che spesso viene richiesto mentre basterebbe chiedere che ci sia più pluralismo. Se si invoca il contraddittorio su ogni cosa non si finisce più”, ha detto Garimberti. “Il servizio pubblico – ha concluso – deve garantire una pluralità di voci ma nel suo complesso e la Rai offre una pluralità di voci credo che invocare ogni volta il contraddittorio come segno di pluralismo credo sia profondamente sbagliato”.