Il 10 novembre a Roma l’assemblea plenaria del dicastero Pontificio della Cultura

Domina la degenerazione dei linguaggi

Mons. Gianfranco Ravasi

ROMA – Compito della cultura è “dare un senso più puro alle parole della tribù”, in un momento in cui il linguaggio diventa spesso “tribale” e domina la “degenerazione dei linguaggi” e la “incomprensibilità” tra il linguaggio della società e quello della comunità ecclesiale. Lo ha detto mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, presentando ai giornalisti l’assemblea plenaria del citato dicastero pontificio, che si svolgerà dal 10 al 13 novembre sul tema: “Cultura della comunicazione e nuovi linguaggi”.
Al centro dei lavori della plenaria, ha spiegato il relatore, “l’aspetto culturale del fenomeno della nuova comunicazione”, di fronte “a una comunicazione che sta creando un vero e proprio modello antropologico, un modello completamente inedito di comunicazione. Basti pensare al modo in cui i nostri ragazzi comunicano tra di loro: non più con il colore e il calore della pelle, delle voci, della fisicità, ma attraverso la freddezza, la gelidità di uno schermo di computer”. “Vogliamo celebrare una plenaria in maniera diversa rispetto alla prassi tipica dei dicasteri vaticani”, ha annunciato mons. Ravasi, rendendo noto che l’inaugurazione dell’assise del citato dicastero avverrà nella sala della Protomoteca in Campidoglio, il 10 novembre alle 16.30, con una tavola rotonda sul tema “Nella città in ascolto dei linguaggi dell’anima”.
“Vogliamo riflettere non soltanto sul linguaggio in quanto tale, ma anche su come comunica la comunità ecclesiale”, ha detto mons. Ravasi illustrando i lavori della prossima plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura. “Il nostro – ha denunciato – è spesso un linguaggio che si disperde e si dissolve, è molto autoreferenziale”, in quanto basato “su categorie linguistiche codificate, ma non più percepibili all’esterno”. Di qui la scelta dell’apertura al pubblico dell’inaugurazione, dove verrà dato spazio a “voci molto diverse” e a “molteplici modalità espressive”, come il linguaggio informatico, artistico, musicale, liturgico, teologico. Non mancherà una cena speciale, o meglio “una rappresentazione della cultura attraverso il cibo”, che è “una delle fondamentali manifestazioni della storia della cultura”. Per quanto riguarda la musica, ha annunciato mons. Ravasi, interverrà alla plenaria il maestro Ennio Morricone, ma si rifletterà anche “su come si consuma musica attraverso le discoteche”. Per quanto riguarda il rapporto tra fede e arte, mons. Ravasi – rispondendo alle domande dei giornalisti – ha sottolineato che “si è ormai consumato un divorzio, nel secolo scorso”, ma anche che il Pontificio Consiglio della Cultura, dopo l’incontro del Papa con gli artisti nel novembre 2009, “sta continuando il dialogo in tutte le direzioni”, attraverso iniziative in vari ambiti.

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